Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ca’ Foscari, i 150 anni dell’ateneo che ha laureato la classe dirigente
Oggi il presidente alle celebrazioni dell’università che ha laureato una classe dirigente
VENEZIA Nata nel 1968 come Scuola Superiore di Commercio, l’università Ca’ Foscari festeggia i suoi primi 150 anni. Alle celebrazioni di oggi fra i riflessi dorati de La Fenice, sarà presente anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Lungo l’elenco di politici, economisti e intellettuali usciti proprio dall’ateneo veneziano. Fra loro, Paolo Costa, Gianni Mion, Ugo La Malfa, Flaminio Piccoli ma anche Gilberto Muraro e Davide Croff.
VENEZIA Per Gianni Mion è l’odore della segatura al mattino in mensa a metà degli anni Sessanta. Per Paolo Costa è il viaggio a Parigi per la tesi di laurea nel 1968 che gli spalancò davanti il maggio francese. Per Andrea Tomat è l’aria internazionale che si respirava ad economia aziendale a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta. Per Riccardo Calimani è stata un lampo: un anno e mezzo dall’iscrizione alla laurea. Rettori, imprenditori, governatori della Banca d’Italia, giornalisti, scrittori, politici: un’intera classe dirigente ha studiato a Ca’ Foscari nel secolo e mezzo di storia dalla fondazione che l’università veneziana si appresta a celebrare con l’àncora salda di un presente che fa onore al passato: da 9mila a 21mila studenti negli ultimi cinque anni, 88 milioni di euro di investimento in campus e residenze studentesche, uffici di rappresentanza che prossimamente saranno aperti in Asia e a Bruxelles, cinque dipartimenti d’eccellenza che hanno avuto accesso al maxifinanziamento del ministero. Oggi l’anno accademico sarà inaugurato alla Fenice col presidente della Repubblica Sergio Mattarella e per un anno si raccoglieranno video, oggetti, poesie, racconti su come Ca’ Foscari abbia attraversato Venezia, il Veneto, le vite di studenti e professori e di un’intera classe dirigente. A cominciare da quel primo ritratto in bianco e nero, baffi folti e sguardo franco: è Bonaldo Stringher, primo governatore della Banca D’Italia, diplomato nel 1874 all’allora Scuola superiore di Commercio, fondata nel 1868 e ispirata all’Istituto superiore di Commercio di Anversa. Nella Hall of Fame compaiono il segretario della Dc (1980-1982) Flaminio Piccoli e quello del Partito Repubblicano tra il 1965 e il 1975 Ugo La Malfa. «Ca’ Foscari è stato tutto per me- sorride Gianni Mion, storico presidente di Edizione Holding di casa Benetton e poi presidente di Bpvi negli anni difficili - Mi sono laureato nel 1965 in Economia e Commercio. Per me che venivo da un paesino di 300 abitanti è stata una finestra sul mondo, mi ha fatto viaggiare, imparare le lingue». Studente meritevole e non troppo abbiente, faceva parte del gruppo che abitava a Ca’ Dolfin e mangiava a mensa colazione, pranzo e cena. «Ricordo come fosse ieri l’odore della segatura nella mensa. Mi spiace di non poter essere oggi alla Fenice ma io, davvero, ogni giorno celebro Ca’ Foscari». Studente, associato, docente rettore: «Per me che ci ho passato 40 anni, Ca’ Foscari è tutto - sorride Paolo Costa, ex ministro, ex sindaco, ex presidente dell’Autorità Portuale di Venezia - Parto il 21 aprile 1968 e trovo una Parigi normale. Esco dalla porta scoppia il finimondo del maggio francese. Tornando a Venezia, mi sembrava di aver visto tutto. Eppure, con i comitati studenteschi, fu una scuola politica pazzesca: c’erano Gianni De Michelis, Nuccio Fava, Marco Pannella». E sempre dall’università passò la svolta della sua vita, il Nobel Vassily Leontief. «Mi disse: vieni con me a New York. Ci vuole una borsa di studio? E chiamo il Cnr per farmela dare». Per i dipartimenti di Economia, primo core dell’università, sono passati in quegli anni Gilberto Muraro, diventato rettore a Padova, Giovanni Costa, Davide Croff. A cavallo tra i Settanta gli Ottanta il mostro che si aggirava per le aule era il famigerato testo «Indici di Bilancio e flussi finanziari» di Coda Brunetti Barbato e Bergamin. «Me lo ricordo ancora: incomprensibile – sorride Stefano Beraldo, Ceo di Ovs che oggi intrattiene relazioni su progetti e stage con la sua ex università– Lo dissi poi ai docenti. Ma il professore che ricordo è Bepi Volpato, di Economia Industriale. Mi diede la tesi ed eravamo in montagna, ad Arabba, lui con questa tuta da omino Michelin lucida. Penso: se cade, mi gioco la tesi. E cade. L’ho raccolto trecento metri sotto. Un miracolo». «Il libro me lo ricordo anche io, sì: era una materia sfidante, economia aziendale. Completamente nuova: i primi casi aziendali, le esperienze degli imprenditori in aula – sorride Andrea Tomat, presidente di Lotto - Erano anni difficili, di contestazioni, tensioni. Ma noi del corso eravamo in pochi, seguiti personalmente dai docenti, un rapporto molto da college inglese». Un anno e mezzo dall’iscrizione al secondo anno alla laurea in filosofia: il record di attraversamento più veloce di Ca’ Foscari spetta a Riccardo Calimani, giornalista e scrittore. «Mi ero laureato in ingegneria elettrotecnica a Padova ma per conto mio studiavo filosofia e mi iscrissi – racconta –Mi trovai bene: un corpo docenti aperto per uno studente atipico e cane sciolto come me. Mi diedero 109: per non viziarmi - ride Adesso non è cambiata solo Ca’ Foscari, è cambiato il mondo e mi stupisce la velocità del cambiamento nel quale l’obsolescenza colpisce anche i giovani: non bisognerebbe correre dietro al cambiamento ma mettere alcuni paletti di metodo ai quali aggrapparsi disperatamente». Il sapere come boa nella tempesta: una delle missioni di Ca’ Foscari.
Dall’economia alle lingue
Nata come Scuola Superiore di Commercio, è celebre anche per le lingue