Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Lesioni gravi su un alunno: assolta la maestra

La docente processata per aver immobilizz­ato in modo deciso un bambino difficile

- D. P.

BELLUNO Era accusata di lesioni aggravate e abuso di mezzi di correzione verso un alunno. O. G., la maestra di una scuola elementare bellunese, è stata assolta ieri con formula piena.

I fatti risalgono a due anni fa. Insegnanti e studenti erano nell’atrio dell’edificio in attesa dell’ultima campanella. L’alunno in questione era un bambino problemati­co: iperattivo e con disturbi del comportame­nto, scattava spesso senza motivo con calci, pugni, sputi e parolacce. A casa era seguito da assistenti sociali, a scuola da insegnanti di sostegno.

Quel giorno, «rosso in viso e sudato», forse in preda a una delle sue crisi, aveva detto all’insegnante che se ne sarebbe andato. «Me l’ha ripetuto — aveva deposto la docente — Era un braccio di ferro psicologic­o in cui lui doveva vincere. Non vedevo la sua assistente fuori in cortile e dovevo fare qualcosa».

Al suono della campanella aveva preso il bambino per il colletto della giacca, «la parte più facile da afferrare», l’aveva trascinato per un paio di metri ed erano caduti. Poi si era messa sopra di lui per bloccargli le gambe e gli aveva stretto le mani. Solo l’intervento di un genitore-carabinier­e, che aspettava il figlio fuori in cortile, le aveva fatto lasciare il bambino.

La tecnica era stata usata anche da altri insegnanti per tenerlo fermo. Una volta, per esempio, aveva portato a scuola un sasso molto grande e, prima che potesse lanciarlo, era stato immobilizz­ato.

Secondo l’accusa la maestra aveva trascinato il bambino per le orecchie e lo aveva bloccato a terra con un ginocchio sul costato. L’avevano raccontato due testimoni, il genitore intervenut­o e l’insegnante di sostegno.

L’imputata aveva negato: «Mai fatto, sono stupita da quello che hanno detto». Il Pm aveva chiesto un anno di reclusione. La difesa, avvocati Mauro Gasperin e Monica Barzon, l’assoluzion­e. E così è stato.

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Formula piena Riconosciu­ta la completa mancanza di responsabi­lità per la docente

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