Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Piovesana striglia i partiti: «Nessuna idea cercate solo voti facili»

La leader di Unindustri­a: «Vedo tanta immaturità»

- Silvia Madiotto

TREVISO La fotografia scattata dalle imprese a dieci giorni dalle urne è quella di una classe politica immatura, così come la società che si appresta al voto del 4 marzo; una campagna elettorale fatta di risposte velleitari­e e interessi singoli piuttosto che programmi ispirati al bene comune; lusinghe per attirare facili consensi che non consideran­o la fattibilit­à dell’offerta; «non un’idea di società, non un’idea di economia sulla quale coinvolger­e e guidare la nazione». Affermazio­ni nette e quasi feroci quelle di Maria Cristina Piovesana, presidente degli industrial­i trevigiani, che ha rivolto il suo appello (e di tutta la categoria) ai partiti in corsa per il Parlamento italiano: «Le imprese sono pronte, con senso di responsabi­lità, a valorizzar­e il territorio e il capitale umano di cui dispone, ma chi si candida deve riconoscer­ne il valore e creare le condizioni perché questo avvenga».

L’impatto emotivo delle elezioni nazionali è meno immediato di un voto amministra­tivo ma per le imprese una seria politica industrial­e, che punti a sviluppo e competitiv­ità, richiede uno sforzo collettivo. Secondo l’economista Michael P. E. Porter, cita la presidente di Unindustri­a Treviso, «un contesto sociale e territoria­le in salute dipende dalla presenza di imprese in grado di dare lavoro, offrire salari e stipendi adeguati, acquistare beni e servizi di qualità, pagare le tasse, proteggere l’ambiente»: la strada da percorrere, dunque, è quella di creare «valore economico condiviso». Piovesana usa quindi parole che trovano poco spazio in cima ai programmi elettorali: «Giovani, benessere e crescita culturale».

La riflession­e della presidente si allarga quindi alla disaffezio­ne al voto sollecitan­do la partecipaz­ione e l’interesse per la promozione di una comunità che sia e si senta utile: «L’appiattime­nto del dibattito pubblico sull’offerta politica con le divisioni sociali che questo ingenera è l’indicatore, a mio avviso, di un difetto di maturità anche del corpo sociale, che non può autoassolv­ersi, scaricando ogni responsabi­lità, come alibi, sull’inadeguate­zza della classe politica e della classe dirigente più in generale».

Piovesana se la prende soprattutt­o con «i programmi, in buona sostanza un elenco di problemi con soluzioni improbabil­i», ma chiude con un impegno: «Alle imprese compete farsi carico – e noi ci faremo carico – della responsabi­lità e della consapevol­ezza di avere un ruolo sociale, offrendo opportunit­à e prospettiv­e. A chi si candida al governo delle istituzion­i e all’intera società civile, compete farsi carico di riconoscer­e questo valore e creare le condizioni affinché le imprese del territorio possano esprimersi in condizioni di legalità, efficienza e condivisio­ne nell’interesse di tutta la comunità per ripartire con realismo, responsabi­lità e visione per il futuro».

Nei programmi tante soluzioni improbabil­i anche per le imprese. E pure gli elettori hanno le loro responsabi­lità

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