Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Piazze vietate all’estrema destra, è polemica
L’annuncio del sindaco Manildo piace alla maggioranza: «Basta fascismi». Genty e Acampora: «Sciocchezze»
TREVISO Medaglia d’oro per la Resistenza, cresciuta attorno ai valori dell’antifascismo, Treviso dice no all’escalation di violenza verbale e ai movimenti fascisti, che in questi mesi sono sfociati in episodi preoccupanti. L’annuncio del sindaco Giovanni Manildo di voler interdire anche le piazze (dopo aver già vietato le sale pubbliche) all’estrema destra ha trovato subito l’appoggio delle liste di centrosinistra che oggi in Consiglio comunale presenteranno un ordine del giorno ad hoc; l’iniziativa, tuttavia, ha sollevato critiche nell’opposizione.
Manildo aveva anticipato al Corriere del Veneto il contenuto della mozione ipotizzando una delibera di giunta ma la sua maggioranza ha deciso di presentare un testo condiviso, sul quale sta lavorando il consigliere di Treviso Civica Sossio Vitale: «Impegnerà il sindaco e la giunta a concedere l’uso delle piazze cittadine solo a chi accetterà di non veicolare messaggi che incitano al movimento fascista, al razzismo o alla violenza». Un’iniziativa accolta con favore dal presidente dell’assemblea di Palazzo dei Trecento Franco Rosi: «Azioni di consiglieri, capigruppo o forze politiche che siedono in Consiglio comunale per potenziare ulteriormente interventi per riportare al centro i valori della Repubblica e della democrazia saranno poste al centro della discussione con massima attenzione. La violenza verbale è il terreno su cui germoglia quella fisica. Sto notando un intensificarsi di messaggi violenti e movimenti di ispirazione fascista e nazista non solo in Italia, ma in tutta Europa. Dobbiamo essere attenti».
Il regolamento per la concessione delle sale pubbliche
Vitale Daremo gli spazi solo a chi non veicola messaggi violenti
(articolo 1, comma 4) elaborato dal centrosinistra già prevede delle limitazioni: chi le utilizza non deve promuovere discriminazione o violenza per motivi razziali, etnici, religiosi, nazionali, o avere tra i propri fini apologia del fascismo o nazismo. Negli scorsi anni ad associazioni di estrema destra erano consentiti cortei o manifestazioni in città: non succederà più. «Brescia ha già preparato una delibera simile – hanno aggiunto Luigi Calesso e Said Chaibi – e il Tar ha rigettato il ricorso di Casa Pound. L’hanno fatto anche altre città come Bologna, Genova, Milano e Torino, impegniamoci perché Treviso pratichi l’antifascismo oltre a dichiararlo».
Nel centrodestra l’iniziativa non è piaciuta. Giancarlo Gentilini, classe 1929: «Mi sembra una stupidaggine, è un controsenso di questa sinistra. Siamo un Paese in caduta libera, la politica dovrebbe pensare al presente e al futuro ma usa una storia del passato per scoraggiare i cittadini. Il fascismo è un’epoca che non deve più rivivere ma vietare ai nostalgici le piazze è solo un diversivo». Gentilini non ha mai nascosto le sue simpatie per quegli anni e proprio pochi giorni fa su Facebook è stato riproposto un video in cui canta «Battaglione del Duce», fra le risate dei commensali. «Sono le canzoni della mia gioventù e canto quando voglio. Ho dimenticato il fascismo ma le sue regole sono ancora le mie: Dio, patria e famiglia». Davide Acampora, ex esponente di Fratelli d’Italia, si lamenta: «L’estremismo violento è da condannare, vieti le piazze ai centri sociali che lanciano bombe contro le forze dell’ordine».
Rosi Dobbiamo difendere i valori della Repubblica C’è troppa barbarie
Gentilini Il fascismo è morto, ma non si possono censurare i nostalgici