Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Piazze vietate all’estrema destra, è polemica

L’annuncio del sindaco Manildo piace alla maggioranz­a: «Basta fascismi». Genty e Acampora: «Sciocchezz­e»

- Silvia Madiotto

TREVISO Medaglia d’oro per la Resistenza, cresciuta attorno ai valori dell’antifascis­mo, Treviso dice no all’escalation di violenza verbale e ai movimenti fascisti, che in questi mesi sono sfociati in episodi preoccupan­ti. L’annuncio del sindaco Giovanni Manildo di voler interdire anche le piazze (dopo aver già vietato le sale pubbliche) all’estrema destra ha trovato subito l’appoggio delle liste di centrosini­stra che oggi in Consiglio comunale presentera­nno un ordine del giorno ad hoc; l’iniziativa, tuttavia, ha sollevato critiche nell’opposizion­e.

Manildo aveva anticipato al Corriere del Veneto il contenuto della mozione ipotizzand­o una delibera di giunta ma la sua maggioranz­a ha deciso di presentare un testo condiviso, sul quale sta lavorando il consiglier­e di Treviso Civica Sossio Vitale: «Impegnerà il sindaco e la giunta a concedere l’uso delle piazze cittadine solo a chi accetterà di non veicolare messaggi che incitano al movimento fascista, al razzismo o alla violenza». Un’iniziativa accolta con favore dal presidente dell’assemblea di Palazzo dei Trecento Franco Rosi: «Azioni di consiglier­i, capigruppo o forze politiche che siedono in Consiglio comunale per potenziare ulteriorme­nte interventi per riportare al centro i valori della Repubblica e della democrazia saranno poste al centro della discussion­e con massima attenzione. La violenza verbale è il terreno su cui germoglia quella fisica. Sto notando un intensific­arsi di messaggi violenti e movimenti di ispirazion­e fascista e nazista non solo in Italia, ma in tutta Europa. Dobbiamo essere attenti».

Il regolament­o per la concession­e delle sale pubbliche

 Vitale Daremo gli spazi solo a chi non veicola messaggi violenti

(articolo 1, comma 4) elaborato dal centrosini­stra già prevede delle limitazion­i: chi le utilizza non deve promuovere discrimina­zione o violenza per motivi razziali, etnici, religiosi, nazionali, o avere tra i propri fini apologia del fascismo o nazismo. Negli scorsi anni ad associazio­ni di estrema destra erano consentiti cortei o manifestaz­ioni in città: non succederà più. «Brescia ha già preparato una delibera simile – hanno aggiunto Luigi Calesso e Said Chaibi – e il Tar ha rigettato il ricorso di Casa Pound. L’hanno fatto anche altre città come Bologna, Genova, Milano e Torino, impegniamo­ci perché Treviso pratichi l’antifascis­mo oltre a dichiararl­o».

Nel centrodest­ra l’iniziativa non è piaciuta. Giancarlo Gentilini, classe 1929: «Mi sembra una stupidaggi­ne, è un controsens­o di questa sinistra. Siamo un Paese in caduta libera, la politica dovrebbe pensare al presente e al futuro ma usa una storia del passato per scoraggiar­e i cittadini. Il fascismo è un’epoca che non deve più rivivere ma vietare ai nostalgici le piazze è solo un diversivo». Gentilini non ha mai nascosto le sue simpatie per quegli anni e proprio pochi giorni fa su Facebook è stato riproposto un video in cui canta «Battaglion­e del Duce», fra le risate dei commensali. «Sono le canzoni della mia gioventù e canto quando voglio. Ho dimenticat­o il fascismo ma le sue regole sono ancora le mie: Dio, patria e famiglia». Davide Acampora, ex esponente di Fratelli d’Italia, si lamenta: «L’estremismo violento è da condannare, vieti le piazze ai centri sociali che lanciano bombe contro le forze dell’ordine».

Rosi Dobbiamo difendere i valori della Repubblica C’è troppa barbarie

Gentilini Il fascismo è morto, ma non si possono censurare i nostalgici

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