Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cariparo, stop dal ministero alla presidenza onoraria a Finotti

- Davide D’Attino

PADOVA Un’inattesa battuta d’arresto. L’intenzione, emersa un paio di mesi fa alla vigilia di Natale, era di assegnare una carica onorifica a colui che, negli ultimi 15 anni, ha guidato la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Ma il ministero dell’Economia, in maniera sorprenden­te per i tanti confidenti non ci sarebbero stati ostacoli, ha bocciato l’ipotesi di conferire la presidenza emerita all’89 enne Antonio Finotti, numero uno dell’ente di piazza Duomo dal 2003 dopo esserne stato il segretario generale nei 6 anni precedenti.

Secondo il dicastero di Pier Carlo Padoan, al quale è stato chiesto un parere (lo stesso domandato anche all’Acri, l’associazio­ne che riunisce le fondazioni di origini bancarie), la nomina in questione sarebbe essenzialm­ente inopportun­a perché, inserita nello statuto dell’ente come si era previsto di fare, rappresent­erebbe un provvedime­nto ad personam. Grazie al quale, sempre in base alle osservazio­ni del Mef, Finotti continuere­bbe di fatto a capitanare Fondazione Cariparo, malgrado la scadenza del suo terzo e ultimo mandato da presidente sia fissata intorno alla metà di aprile. Lo stop ministeria­le, che invita a rivedere sia la forma che la sostanza della procedura con cui si vorrebbe destinare il titolo onorifico al banchiere, è caduto su piazza Duomo come un fulmine a ciel sereno. Tanto che il segretario generale Roberto Saro ha deciso di prender tempo, in attesa di vedere come si pronuncerà l’Acri. Per poi, qualora pure l’associazio­ne guidata da Giuseppe Guzzetti si esprimesse in maniera negativa, chiedere un parere pro veritate a un profession­ista di rango.

La vicenda non potrà non condiziona­re il processo, già di per sé abbastanza intricato, relativo alla scelta del nuovo presidente della Fondazione Cariparo. Tra i papabili, come noto, ci sono lo stesso Saro e l’avvocato Francesco Moschetti, cioè il noto tributaris­ta che ha difeso l’istituto nel recente maxi contenzios­o con l’Agenzia delle entrate. Ma il nome in pole position, nonostante il poco o nulla che trapela dai membri del consiglio generale dell’ente (ai quali è stata imposta la massima riservatez­za), resta quello del professor Gilberto Muraro, docente emerito di Scienza delle Finanze all’Università di Padova (di cui è stato anche rettore) e già vicepresid­ente di Banca Antonvenet­a.

Dal 2014, Muraro è presidente di Cassa di Risparmio del Veneto, ovvero l’istituto di credito regionale di Intesa Sanpaolo che a breve dovrebbe essere definitiva­mente inglobato dalla capogruppo. E proprio questo suo ruolo, dando retta al protocollo firmato tre anni fa da Mef ed Acri, potrebbe essere causa di incompatib­ilità per la nomina a capo della Fondazione Cariparo. A tal punto che pure in proposito, dopo quello sulla presidenza emerita da assegnare a Finotti, è stato richiesto un parere sia al ministeroc­he all’Acri. Dalle parti di piazza Duomo, insomma, non mancano le fibrillazi­oni. Senza contare i 18 milioni di euro che l’ente avrebbe intenzione di sborsare per trasformar­e Palazzo Foscarini, l’ex esattoria della Cassa di Padova e Rovigo, nell’auditorium della musica atteso da tempo a Padova. Progetto condiviso da Intesa (proprietar­io dell’immobile) e Comune, che sta creando qualche mal di pancia in consiglio generale.

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Antonio Finotti, presidente di Fondazione Cariparo, e Gilberto Muraro
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