Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Temirkanov alla Fenice con Schubert

- Velo D.

Il direttore che venne dal freddo: rende bene un’immagine à la John Le Carré per descrivere il viaggio umano e artistico di Yuri Temirkanov, giunto dal Caucaso settentrio­nale a Leningrado poco più che bambino per perfeziona­rsi nell’arte della musica e da lì, divenuto una bacchetta esemplare sotto la guida di Ilya Musin, partito alla volta del mondo a dirigere le più importanti compagini orchestral­i. Temirkanov, direttore artistico e musicale dell’Orchestra Filarmonic­a di San Pietroburg­o, torna al teatro La Fenice di Venezia (www.teatrolafe­nice.it), dove nel 2015 è stato insignito del premio «Arthur Rubinstein», per due appuntamen­ti con la grande musica sinfonica che si terranno venerdì 2 e domenica 4 marzo, rispettiva­mente alle 20 e alle 17. Il programma prevede l’esecuzione di due monumenti sinfonici: la Sinfonia n. 8 in si minore D 759 «Incompiuta» di Franz Schubert (compositor­e a cui è dedicato il cartellone della stagione in corso) e la Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore op. 100 di Sergej Prokof’ev. Da una parte quindi il lavoro sinfonico più popolare del musicista viennese, in grado di descrivern­e l’universo intimo e allo stesso tempo di distillare la poetica romantica, dall’altra l’originalit­à espressiva di Prokof’ev, Il concerto di venerdì sarà preceduto alle 19.20 da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.

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