Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Proposta in commissione «Asili, un tetto per i figli degli immigrati»
LA PROPOSTA DI LEGGE Presentata in commissione
La proposta di legge porta la firma dei consiglieri Maurizio Conte, Veneto per l’autonomia ma in quota Fi (in foto) e Giovanna Negro di Fare. In sostanza prevede l’introduzione di un «tetto» per i bimbi immigrati da ammettere negli asili nido pubblici. Presentata ieri in commissione, apre un nuovo fronte in Regione.
VENEZIA La cosa è passata praticamente sotto silenzio, ieri, dopo la quinta commissione a Palazzo Ferro Fini. Del resto, si è detto ieri in consiglio regionale, si trattava solo dell’illustrazione di un progetto di legge. Eppure c’è da scommettere che la polemica sulle leggi «ad hoc» per i cittadini immigrati, stavolta potrebbe diventare esplosiva visto che si tratta, in sintesi, di un «tetto» per i bimbi immigrati da ammettere negli asili nido pubblici. L’antefatto risale esattamente un anno fa quando il consiglio regionale approvò la corsia preferenziale nei nidi per i figli di residenti in Veneto da almeno 15 anni.
La proposta di legge firmata dai consiglieri Maurizio Conte (Veneto per l’autonomia ma in quota Forza Italia) e Giovanna Negro (Fare!), firmatari anche della legge del 2017, va oltre e scardina in 8 righe l’impostazione classica per le graduatorie dei nidi basata sull’Isee. Di fatto, «l’ammissione di figli di famiglie di Stati non aderenti all’Unione Europea» avverrà «nel limite massimo percentuale medio dei posti annualmente disponibili». A dover stabilire, ogni due anni, le «quote» destinate ai piccoli extracomunitari, dovrebbe essere direttamente la giunta regionale sulla base dei dati Istat sulla presenza di immigrati in Italia.
La proposta arriva subito dopo l’approvazione della norma che prevede per gli stranieri documenti del paese d’origine per attestare la nullatenenza in patria e per poter così accedere alle graduatorie per gli alloggi e per i servizi sociali. L’Isee e l’autocertificazione non bastano più. Prima ancora hanno innescato dibattiti quanto meno accesi le indicazioni sui presepi nelle scuole o sulla valorizzazione del dialetto. La stretta sugli asili nido, però, infiamma gli animi.
«Siamo alla follia costituzionale» sbotta Jacopo Berti, capogruppo del Movimento 5 Stelle e membro della quinta commissione. E sempre in quinta c’è Claudio Sinigaglia del Pd che non nasconde il sarcasmo: «Fra poco sarà difficile tenerli aperti i nidi per mancanza di bimbi, questo è un provvedimento anacronistico. Si pensasse piuttosto a un vero sostegno alle maestre che si ritrovano ad avere classi multietniche». Va detto, però, che in coda alla proposta di legge c’è una riga stringata in cui si dà facoltà ai Comuni di alzare o abbassare le «quote» in base ai dati Istat del proprio territorio. «Sono sempre provvedimenti di scarsa applicabilità - conclude Sinigaglia - tanto la maggioranza punta sull’effetto annuncio. Resto basito di fronte a queste
Integrazione
Uno scatto di Vincenzo Mainardi tratto da Wikimedia Commons con bimbi stranieri in un asilo nido proposte».
Ribatte punto su punto la Negro: «Ci sono coppie con figli che lavorano e che magari hanno un mutuo di 500 euro da pagare. Se ci si basa sull’Isee questi genitori dovranno trovare un nido privato spendendo 500 euro anziché i 150 del pubblico, non è discriminazione anche questa? E poi succede spesso che famiglie di immigrati si spostino a metà anno lasciando vuoti posti preziosi nei nidi pubblici».
Ma quanti sono i bimbi extracomunitari dagli zero ai tre anni in Veneto? Da un recente lavoro sullo ius soli portato avanti dal candidato di Leu Michele Mognato, risulta che, ad esempio a Venezia, siano 4845 (dati Istat 1 gennaio 2017). La proposta deflagrata ieri in Regione non coglie di sorpresa Tamara Pozdnyakova, dell’associazione Ucraina più»: «Cosa posso dire? Sono in Italia da 18 anni e ogni anno sento venir meno i miei diritti. I valori dell’Unione Europea sono stati traditi da proposte come questa che non è democratica affatto. Ma ormai non mi meraviglia più nulla». Si dichiara indignato Stefano Fracasso, capogruppo del Pd: «Questo è il Veneto paradossale della lega, con le culle vuote, senza nessuna azione per sostenere le famiglie ma con queste alzate di genio, è il mondo alla rovescia. Si cominci a fare un’azione politica forte a sostegno delle giovani coppie». Mentre l’assessore regionale al Sociale Manuela Lanzarin dice: «Attendo di verificare con la mia struttura di che impatto stiamo parlando».
Negro (Fare!) La discriminazione semmai, colpisce le giovani coppie con un mutuo e Isee troppo alto
Berti (M5S)
Non so neppure come commentare proposte di questo genere. Siamo alla follia costituzionale
Sinigaglia (PD)
Fra poco sarà difficile tenerli aperti i nidi...sono basito, si pensasse a sostenere le maestre