Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I dipinti dei profughi nell’atelier Benetton
Mostra a Palazzo Bomben. Patron Luciano: «Fatene altri, così si cresce»
I loro occhi hanno visto l’inferno, un viaggio disperato, guerre e desolazione. Le loro mani hanno trasformato quel dolore in una rivincita, un racconto a colori, e adesso le tele dipinte da cinque profughi accolti nella Marca sono esposte a Palazzo Bomben, sede di Fondazione Benetton: ieri all’inaugurazione di «The Human Journey» c’era anche Luciano Benetton, il presidente e imprenditore del gruppo tessile, incuriosito e paterno.
Wale è il maggiore, ha 35 anni; Ezekiel il più giovane, ne ha 21; assieme a Lily, Austin e Josep hanno partecipato a un laboratorio artistico e i loro lavori sono stati scelti per finire sulle pareti di una delle sedi più prestigiose della città.
Il progetto è stato promosso dal prefetto Laura Lega: «Anche questo è un modo di fare integrazione e aprire al dialogo con il territorio». Di forte impatto sono i quadri di Lily: uomini in mezzo al mare, con il volto che emerge dall’acqua, un ragazzo in lacrime per aver lasciato la casa e gli affetti, ma anche paesaggi, scene di vita in Africa e animali. E ci sono due ritratti: la presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Luciano Benetton ha voluto portare i ragazzi nel proprio studio donando loro un catalogo delle opere di Imago Mundi: a ognuno ha consegnato quello del suo Paese d’origine. «L’unica maniera per farvi conoscere – ha detto ai cinque giovani – è produrre ancora, fare esposizioni e vendere i vostri dipinti. Dovete entrare in un mercato competitivo, creando occasioni commerciali, trovando uno sponsor. Siete artisti alle prime armi, ora che siete in mostra decidete se volete andare oltre». I ragazzi hanno sorriso al gentile invito. Ci proveranno, di sicuro.