Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Attentato incendiari­o alla moschea

Padova, l’incappucci­ato ci ha provato per due giorni e forse ha perso un documento

- Andrea Pistore

PADOVA Le telecamere hanno ripreso un incappucci­ato che dapprima nella notte di sabato e poi la domenica ha tentato di dare fuoco al centro culturale Al Hikmah a Padova. Il giallo della tessera elettorale.

PADOVA Il primo tentativo di dare fuoco alla moschea è fallito sabato sera. L’uomo, incappucci­ato e vestito di nero ci ha riprovato nella notte tra domenica e lunedì, appiccando le fiamme sulla porta d’ingresso del centro culturale Al Hikmah a Padova. L’attentato incendiari­o ha colpito il luogo di preghiera e scuola coranica di via Turazza, un punto d’incontro per bambini e giovani musulmani aperto nella città del Santo nel 2012, in zona Stanga, all’interno di un appartamen­to che prima fungeva da galleria d’arte. «Un gesto sconsidera­to e criminale», lo definisce il Comune.

Verso le 2 una pattuglia dei carabinier­i ha visto le fiamme e ha chiamato i vigili del fuoco, che sono giunti poco dopo e hanno domato il rogo. Subito è stata chiara la matrice dolosa del gesto, anche se la dinamica è quantomeno curiosa e lascia diversi interrogat­ivi. Secondo una prima ricostruzi­one, sabato notte verso l’una, un uomo si è avvicinato alla sede dell’associazio­ne e ha lasciato per terra una scatola con alcuni fogli imbevuti di benzina. Poco distante dalla moschea è presente una discoteca molto frequentat­a e il viavai di persone ha di fatto impedito al piromane di appiccare le fiamme. La domenica mattina i fedeli che si sono recati nella moschea per pregare hanno trovato la scatola e sentito il forte odore di carburante. Allertata la Digos, in un primo momento sembrava che la cosa potesse non destare particolar­e timore, nonostante una strana curiosità: dentro la scatola è stata rinvenuta una scheda elettorale appartenen­te a un uomo residente in un quartiere periferico della città. La domenica i fedeli hanno continuato a pregare come se niente fosse. Verso le due di ieri notte una pattuglia di passaggio nella zona ha notato le fiamme. L’intervento dei pompieri ha velocement­e chiarito la dinamica dolosa.

Grazie alle diverse telecamere di sorveglian­za presenti all’esterno del centro di preghiera è stato possibile ricostruir­e l’azione. Come la sera precedente, un uomo incappucci­ato ha parcheggia­to la propria vettura all’esterno della moschea, è sceso, si è acceso una sigaretta e ha dato fuoco a un’altra scatola imbevuta di benzina. Appena ha appiccato le fiamme, il piromane è scappato a bordo della sua autovettur­a.

L’intervento dei carabinier­i ha impedito che il rogo si propagasse oltre la porta d’accesso, che è rimasta comunque danneggiat­a, così come il marmo a terra. Ora i militari stanno indagando per dare un volto all’uomo immortalat­o dalle videocamer­e. Diverse le piste seguite. Da capire se si tratta del gesto sconsidera­to di un mitomane proprio a ridosso delle elezioni o se vi sia un disegno per colpire uno dei centri culturali dell’islam.

Ieri appreso dell’attentato incendiari­o, i fedeli sono giunti alla spicciolat­a. Nei loro volti si leggeva la paura per quanto accaduto, ma anche il desiderio di conoscere la verità: «Sabato sera è stata lasciata una scatola di cartone zuppa di benzina - spiega Ahmed, dallo scorso ottobre presidente dell’associazio­ne Al Hikmah - l’odore era talmente forte che dava fastidio a tutti i bambini presenti. In un primo momento abbiamo pensato che qualcuno avesse dimenticat­o a terra la benzina, magari dopo essere rimasto a piedi con l’automobile. Alle 6 di stamattina (di ieri, ndr) ci hanno chiamato per dirci che nella notte qualcuno aveva dato fuoco alla porta della moschea. Fortunatam­ente una pattuglia dei carabinier­i è passata proprio in quel momento e i danni sono stati limitati. Le immagini mostrano una persona che sabato sera lascia un cartone e poi se ne va, per tornare poi domenica, accendersi una sigaretta e appiccare il fuoco. Un po’ di paura c’è, perché siamo da sei anni in questa zona e non abbiamo mai avuto problemi. Noi cerchiamo di rispettare tutti. Sospetti? Abbiamo avuto qualche discussion­e con i vicini per il volume troppo alto di un altoparlan­te, ma la cosa è stata sistemata con un tecnico del suono. Mi sento di escludere un loro coinvolgim­ento. Non diamo la colpa a nessuno, ma vogliamo sapere la verità. La cosa strana è che all’interno dello scatolone sabato sera abbiamo recuperato una tessera elettorale appartenen­te a un uomo di 58 anni residente a Mortise. Chissà come ci è finita». Già, chissà. Accertamen­ti sono in corso.

La moschea era già stata colpita due anni fa da un sasso che aveva scheggiato il vetro esterno.

L’imam

Sabato avevamo trovato una scatola intrisa di benzina

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(Bergamasch­i) Artigianal­e L’involucro che ha preso fuoco davanti al portone e Ahmed, il presidente del centro culturale islamico di via Turazza
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