Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Attentato incendiario alla moschea
Padova, l’incappucciato ci ha provato per due giorni e forse ha perso un documento
PADOVA Le telecamere hanno ripreso un incappucciato che dapprima nella notte di sabato e poi la domenica ha tentato di dare fuoco al centro culturale Al Hikmah a Padova. Il giallo della tessera elettorale.
PADOVA Il primo tentativo di dare fuoco alla moschea è fallito sabato sera. L’uomo, incappucciato e vestito di nero ci ha riprovato nella notte tra domenica e lunedì, appiccando le fiamme sulla porta d’ingresso del centro culturale Al Hikmah a Padova. L’attentato incendiario ha colpito il luogo di preghiera e scuola coranica di via Turazza, un punto d’incontro per bambini e giovani musulmani aperto nella città del Santo nel 2012, in zona Stanga, all’interno di un appartamento che prima fungeva da galleria d’arte. «Un gesto sconsiderato e criminale», lo definisce il Comune.
Verso le 2 una pattuglia dei carabinieri ha visto le fiamme e ha chiamato i vigili del fuoco, che sono giunti poco dopo e hanno domato il rogo. Subito è stata chiara la matrice dolosa del gesto, anche se la dinamica è quantomeno curiosa e lascia diversi interrogativi. Secondo una prima ricostruzione, sabato notte verso l’una, un uomo si è avvicinato alla sede dell’associazione e ha lasciato per terra una scatola con alcuni fogli imbevuti di benzina. Poco distante dalla moschea è presente una discoteca molto frequentata e il viavai di persone ha di fatto impedito al piromane di appiccare le fiamme. La domenica mattina i fedeli che si sono recati nella moschea per pregare hanno trovato la scatola e sentito il forte odore di carburante. Allertata la Digos, in un primo momento sembrava che la cosa potesse non destare particolare timore, nonostante una strana curiosità: dentro la scatola è stata rinvenuta una scheda elettorale appartenente a un uomo residente in un quartiere periferico della città. La domenica i fedeli hanno continuato a pregare come se niente fosse. Verso le due di ieri notte una pattuglia di passaggio nella zona ha notato le fiamme. L’intervento dei pompieri ha velocemente chiarito la dinamica dolosa.
Grazie alle diverse telecamere di sorveglianza presenti all’esterno del centro di preghiera è stato possibile ricostruire l’azione. Come la sera precedente, un uomo incappucciato ha parcheggiato la propria vettura all’esterno della moschea, è sceso, si è acceso una sigaretta e ha dato fuoco a un’altra scatola imbevuta di benzina. Appena ha appiccato le fiamme, il piromane è scappato a bordo della sua autovettura.
L’intervento dei carabinieri ha impedito che il rogo si propagasse oltre la porta d’accesso, che è rimasta comunque danneggiata, così come il marmo a terra. Ora i militari stanno indagando per dare un volto all’uomo immortalato dalle videocamere. Diverse le piste seguite. Da capire se si tratta del gesto sconsiderato di un mitomane proprio a ridosso delle elezioni o se vi sia un disegno per colpire uno dei centri culturali dell’islam.
Ieri appreso dell’attentato incendiario, i fedeli sono giunti alla spicciolata. Nei loro volti si leggeva la paura per quanto accaduto, ma anche il desiderio di conoscere la verità: «Sabato sera è stata lasciata una scatola di cartone zuppa di benzina - spiega Ahmed, dallo scorso ottobre presidente dell’associazione Al Hikmah - l’odore era talmente forte che dava fastidio a tutti i bambini presenti. In un primo momento abbiamo pensato che qualcuno avesse dimenticato a terra la benzina, magari dopo essere rimasto a piedi con l’automobile. Alle 6 di stamattina (di ieri, ndr) ci hanno chiamato per dirci che nella notte qualcuno aveva dato fuoco alla porta della moschea. Fortunatamente una pattuglia dei carabinieri è passata proprio in quel momento e i danni sono stati limitati. Le immagini mostrano una persona che sabato sera lascia un cartone e poi se ne va, per tornare poi domenica, accendersi una sigaretta e appiccare il fuoco. Un po’ di paura c’è, perché siamo da sei anni in questa zona e non abbiamo mai avuto problemi. Noi cerchiamo di rispettare tutti. Sospetti? Abbiamo avuto qualche discussione con i vicini per il volume troppo alto di un altoparlante, ma la cosa è stata sistemata con un tecnico del suono. Mi sento di escludere un loro coinvolgimento. Non diamo la colpa a nessuno, ma vogliamo sapere la verità. La cosa strana è che all’interno dello scatolone sabato sera abbiamo recuperato una tessera elettorale appartenente a un uomo di 58 anni residente a Mortise. Chissà come ci è finita». Già, chissà. Accertamenti sono in corso.
La moschea era già stata colpita due anni fa da un sasso che aveva scheggiato il vetro esterno.
L’imam
Sabato avevamo trovato una scatola intrisa di benzina