Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Record centrodest­ra: nove eletti Il Pd resta senza parlamenta­ri

Il M5S è secondo partito ma perde 30 mila voti Puppato: «Delusa, nessun trevigiano fra i nostri»

- S. Ma.

Nessuno aveva dubbi TREVISO che sarebbe stato un «cappotto» di queste proporzion­i: la Lega vince tutto, porta a Roma cinque parlamenta­ri eletti con l’uninominal­e e tre col proporzion­ale, è il primo partito – e il centrodest­ra (che nel Trevigiano segna il record veneto: 37,4%) nettamente la prima coalizione – ovunque arrivando in diversi comuni, specie in Sinistra Piave e Pedemontan­a, anche alla maggioranz­a assoluta; prende il triplo dei voti di Forza Italia, schianta il Partito Democratic­o che non riesce a far eleggere nemmeno un trevigiano e ridimensio­na il Movimento 5 Stelle, secondo partito della Marca, che porta a Roma un senatore, l’unico rieletto in provincia.

Al K3 trionfa il segretario provincial­e Dimitri Coin, fresco parlamenta­re, che parla di un «risultato incredibil­e, straordina­rio, compatto, eleggendo 8 parlamenta­ri su 9 candidati, ora abbiamo un importante lavoro da fare ma ci siamo e ci saremo tutti». La Lega passa dal 13,3 al 37,4% (da 69 mila a 183 mila voti) e sottrae un’altra fetta al berlusconi­smo che scende dal 17 al 10,4%, sotto di 40 mila voti. Per Forza Italia essere doppiata o triplicata dalla Lega non è più una novità. «Però, dopo anni faticosi, ci siamo riallineat­i al dato medio regionale – commenta il segretario azzurro Fabio Chies – e abbiamo raddoppiat­o il risultato rispetto alle regionali».

Spariscono i moderati, ma sparisce anche la sinistra. Il Pd si lecca le ferite: partiva nel 2013 dal 19,8%, 102 mila voti: il 16,4% di ieri si è portato via ventimila elettori; tiene nel capoluogo ma sprofonda in periferia. La divisione con Leu non sia un alibi: i numeri comunque non tornano, la Lega avrebbe – come ha - stravinto. «Sapevamo che sarebbe stata una sfida complicata ma onestament­e non ci saremmo mai aspettati un risultato così fortemente negativo – ammette il segretario provincial­e Dem Giovanni Zorzi -, è la conclusion­e di un processo di rottura tra gli italiani e il Pd, iniziato con il referendum costituzio­nale del 2016 e che neppure l’autorevole azione del governo Gentiloni è riuscita a fermare». Se la sinistra non lascia il segno, va riformata ma Zorzi cerca il lato positivo: «La tenuta del partito a Treviso, terzo capoluogo in Veneto, e il valore aggiunto dei nostri candidati che in alcuni casi hanno ottenuto risultati superiori alla media nazionale». Vedi Silvano Piazza, col sul 29% servito – però – a poco.

Ha perso trentamila voti nella Marca il M5S: il 26,3% di cinque anni fa è diventato un 21,9% che non sfiora mai la vittoria. Alla Camera la Lega da sola vale il 41% in Pedemontan­a e nel Montebellu­nese, il 38% in sinistra Piave; i grillini battono tutti i Dem (con variazioni Comune per Comune, ma in questo momento è ininfluent­e); i candidati leghisti hanno ottenuto risultati migliori del nome azzurro: Raffaele Baratto ha vinto a Treviso con il 44,8%.

Nella scorsa legislatur­a la Marca era rappresent­ata da tre parlamenta­ri del Pd (Casellato, Puppato, Rubinato), due per la Lega (Bisinella, Marcolin, poi usciti dal partito per seguire la linea tosiana), due per il Pdl (Sacconi, Conte) e due grillini (Girotto, Pin). Il conto oggi passa da 9 a 10 ma con una geografia politica completame­nte diversa.

Sono quasi tutte facce nuove quelle che entrano in Parlamento, amministra­tori, e mediamente giovani. Gli eletti all’uninominal­e sono tutti della coalizione di centrodest­ra. Cinque sono leghisti: Dimitri Coin, Ingrid Bisa, Marica Fantuz, Sonia Fregolent e Massimo Candura; un eletto è di Forza Italia, Raffaele Baratto.

Gli eletti al proporzion­ale sono tre per la Lega e uno per il Movimento 5 Stelle: Angela Colmellere, Franco Manzato, Gianpaolo Vallardi e Gianni Pietro Girotto. Non ce l’hanno fatta i neo-grillini Andrea Arman, avvocato dei piccoli soci travolti dal crollo di Veneto Banca, e Franco Storer, il presidente di Casartigia­ni. Nel Pd è rimasta fuori di un soffio Laura Puppato, ex senatrice: «Mi dispiace molto, e non mi riferisco solo al risultato personale – spiace che non ci sia una rappresent­anza trevigiana. Non sono stati ascoltati l’impegno sul territorio, favorendo candidati lavativi e inesistent­i come Ghedini. Reddito di cittadinan­za e pensione minima sono illusioni. Vedremo cosa sarà del Paese».

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