Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I colonnelli: «Noi con Di Maio, un grave errore»
A creare scompiglio (accompagnato da frasi talvolta irripetibili) è stato ancora una volta Roberto Maroni, che ieri, nella sua rubrica sul Foglio, ha scritto: «Di Maio e Salvini hanno il diritto di governare e il dovere di dimostrarci se sono capaci di risolvere i problemi dell’Italia. Mettiamoli alla prova». E dunque, in via Bellerio si pensa davvero ad un asse col Movimento Cinque Stelle? Lo stesso Salvini, nell’intervista qui accanto, lo esclude categoricamente. E fa benissimo, a sentire i leghisti del Veneto, tutti contrari all’idea, dal governatore Luca Zaia in giù. La premessa è: ogni decisione spetta solo a Salvini, noi siamo usi obbedir tacendo. E però: «Escluderei che ci siano degli avvicinamenti in questo momento tra Lega e M5S» ha detto Zaia (parole che pesano, sapendo quanto il governatore sia restio a immischiarsi in faccende politiche), a cui si sono aggiunti il segretario della Liga Veneta Gianantonio Da Re («Noi siamo di centrodestra, mi sembra impossibile qualunque convergenza. Forse su alcuni singoli punti del programma ma... no, non ci penso proprio») e il presidente della Liga, Massimo Bitonci: «Venerdì ci vedremo con Salvini e sentiremo cosa ci dirà ma mi sembra complicato chiudere un accordo con persone che non hanno alcuna esperienza di governo sul territorio. I Cinque Stelle sono fermi al dire, manca il fare. E quando provano a fare, finiscono per avere il record di indagati: praticamente tutti i loro sindaci sono finiti sotto la lente della magistratura. E poi non si capisce se sono di destra o di sinistra». Netto anche il giudizio di Nicola Finco, capogruppo del Carroccio in Regione che da anni battaglia con Jacopo Berti, suo omologo pentastellato: «La vedo durissima perché siamo lontanissimi su molti temi. Noi rappresentiamo il Nord produttivo, loro il Sud, con la loro politica assistenzialista, pro Sud e pro meridione. Finiremmo per tradire il mandato degli elettori». Chiude Giancarlo Gentilini, con una sentenza delle sue: «I Cinque Stelle sono rossi, incapaci e bolscevichi, persone che vanno a caccia di posti senza essere in grado di fare nulla». (ma. bo.)