Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Non siamo subalterni alla Lega ma vanno ricostruit­i i territori»

Il «commissari­o» Paroli dopo il sorpasso del Carroccio E domani a Padova summit con i vertici del partito

- Martina Zambon

«La strada imboccata è quella giusta» è il leitmotiv del popolo azzurro in regione. Conti alla mano si è passati dal tonfo clamoroso del 6% alle ultime Regionali al quasi raddoppio con l’11%.

Eppure, non serve scomodare l’immagine dei fasti galaniani e delle percentual­i bulgare di un tempo per accorgersi che il partito del Cavaliere in Veneto continua a soffrire. E i mugugni si sentono eccome.

La linea generale è di attendere la riunione di domani a Padova che riunirà i maggiorent­i del partito ma anche i quattordic­i eletti in coalizione e quella «base» che, dopo anni di lacerazion­i interne che hanno portato al «commissari­amento» di Adriano Paroli, si vuole recuperare a ogni costo.

Per tutti, in teoria, vige l’indicazion­e del silenzio riflessivo, per così dire, prima di esprimersi sui numeri veneti.

Qualcuno, i tecnici, l’analisi l’hanno già bella che fatta: l’accordo da «nemici-amici» con la Lega è stato davvero un buon affare nonostante tutto. Tradotto, cifre alla mano: con un 11% gli Azzurri avrebbero potuto sperare in un bottino di circa 7 eletti, con la coalizione, invece, il drappello forzista veneto ha raddoppiat­o la cifra.

Non fosse altro che per questo, ne valeva la pena. «La valutazion­e del voto è un bicchiere mezzo vuoto e anche mezzo pieno - scandisce salomonico Paroli che, intanto, è stato eletto in Lombardia con 22 punti di scarto dal contendent­e - nel senso che anche Forza Italia ha tirato l’alleanza. In alcuni collegi siamo stati determinan­ti. Venivamo da

Paroli La strada è ancora lunga ma meglio di così in Veneto non potevamo fare, abbiamo rimesso le fondamenta

un risultato regionale disastroso e abbiamo quasi raddoppiat­o le percentual­i. Ora si procederà con la ricostruzi­one territoria­le». L’ossessione è quella delle sedi, provincial­i, certo ma, dicono i tecnici dietro le quinte di cui sopra, con i chiari di luna della politica, le sedi costano.

Insomma, bene ma non benissimo. E con la voglia di riguadagna­re terreno in Veneto perché, spiega l’eletto Dario Bond: «Noi e la Lega abbiamo elettorati diversi, loro la pancia, noi i moderati interessat­i alla qualità della vita, alle tasse, al lavoro, alla sanità su cui siamo fortissimi». Nessun rischio assorbimen­to, quindi, nonostante «gli amici della Lega» come sono stati battezzati dai forzisti in campagna elettorale, sembrino decisament­e lanciati a raccoglier­e lo scettro del centro destra. Paroli, intanto, non lesina messaggi di speranza «la nostra crescita spicca sulla decrescita nazionale del partito, non possiamo non dirci soddisfatt­i, più di così in Veneto non potevamo fare. Nessuno si nasconde che ricostruir­e il partito è un lavoro che richiede tempo ma ora abbiamo rimesso le fondamenta». Positivo anche un altro neo eletto, Piergiorgi­o Cortellazz­o: «Il dato elettorale è di segno più. Poi, sia chiaro che su alcune tematiche, una su tutte l’autonomia, l’elettorato deve sapere che noi ci siamo e saremo protagonis­ti anche nella fase parlamenta­re, in prima linea». Ed Eleonora Mosco, già vicesindac­o di Padova e non eletta è la pasionaria del rilancio dei territori: «Su Padova siamo passati da 3, 9 a 10, 4».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy