Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Adesca ragazzini fingendosi donna, allenatore nei guai
CASTELFRANCO «Ciao mi chiamo Vanessa, vorrei conoscerti». Con queste parole e le foto senza veli di una donna bellissima, adescava le sue vittime. Ragazzini minorenni, maschi. Poi chiedeva incontri e rapporti sessuali, anche a pagamento. Al momento dell’incontro però, i minorenni non si trovavano davanti quella donna meravigliosa, ma un suo sedicente amico, che si presentava come Nicolas ed era pronto a pagarli per fare sesso con loro. Vanessa e Nicolas erano, ovviamente, la stessa persona, ideati e impersonati da un 40enne friulano produttore musicale ed ex allenatore di atletica, per adescare le sue giovani prede. Un gioco che lo ha fatto finire alla sbarra, con l’accusa di prostituzione minorile e sostituzione di persona. E non è la prima volta che l’uomo che affronta un processo per aver molestato ragazzini minorenni. Nel 2008 è stato condannato, con rito abbreviato, a una pena di 9 mesi per violenza sessuale aggravata, commessa su un 13enne che frequentava al campo di atletica e che allenava. Oltre alla condanna il 40enne, è stato interdetto dal mondo sportivo. Il nuovo processo si è aperto ieri in tribunale a Treviso, e l’uomo difeso dall’avvocato Pierantonio Menapace respinge l’accusa di aver offerto denaro ai minorenni. I fatti che lo hanno portato nuovamente alla sbarra risalgono al periodo tra il 2013 e il 2014 e sono emersi nell’ambito di una più ampia indagine della procura distrettuale di Venezia, competente per questo tipo di reati. Nel mirino degli inquirenti sono, infatti, finiti alcuni messaggi e chat che il 40enne aveva intrattenuto con ragazzi di 16 e 17 anni, tramite Badoo o Whatsapp. Nei quali l’imputato si presentava sempre come Vanessa, utilizzando foto di una donna, spesso senza vestiti. Così carpiva la fiducia dei ragazzini, intratteneva chat dal tenore spinto con loro e poi chiedeva incontri. Secondo l’accusa, l’ex allenatore, dopo aver adescato almeno tre ragazzi spacciandosi per Vanessa, avrebbe offerto ripetutamente, a un 17enne somme dai 400 ai 1000 euro per avere rapporti sessuali non solo con lei, ma anche con il sedicente amico della donna Nicolas. Che era poi l’unico a presentarsi all’incontro. Era in realtà l’imputato che poi, simulava chiamate telefoniche con la donna per giustificarne l’assenza. La maggior parte delle prede adescate ha respinto le sue richieste. Ma il 17enne ha confermato agli inquirenti di aver ricevuto le offerte di denaro dall’uomo. Il ragazzino rifiutò, ma per farlo finire a processo è bastato il tentativo di indurlo a fare sesso a pagamento. La difesa ha scelto di affrontare il dibattimento, proprio per ascoltare in aula il ragazzo. (m.cit.)