Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

I debuttanti

L’assistente social di Salvini e l’olandese chi sono gli onorevoli al primo incarico

- Monica Zicchiero

Sindaci, ex sindaci, VENEZIA consiglier­i comunali, presidenti del consiglio comunale, una pattuglia di donne nelle quali le avvocate sono la stragrande maggioranz­a, nomi sui quali si è quasi consumata una spaccatura di partito. Perfino uno che l’olandese non l’ha imparato per «pigrizia» perché tanto lo capisce, visto che è bilingue e parla tedesco. I peones del nuovo Parlamento eletti in Veneto riservano una miniera di sorprese.

Avete presente il profilo social di Matteo Salvini e la schiera di sostenitor­i che inonda le bacheche Facebook e Twitter di chiunque con discussion­i, video, articoli, propaganda? Ecco, dietro c’è una macchina da guerra e uno dei soldati è il neo-deputato Alex Bazzaro, 30 anni, di Mestre. Figlio d’arte per così dire (suo padre Gabriele è stato per due legislatur­e consiglier­e comunale a Venezia), iscritto al partito da quando aveva 19 anni, già segretario di circolo e oggi responsabi­le della segreteria, fa politica con passione. Lavoro? «Sono stato assistente locale dell’onorevole Fontana e oggi mi occupo dei social per Matteo Salvini». Cioè tutti quei post su Facebook li ha fatti per lavoro? Ma allora lei è un troll? (Ride). «No, faccio parte del team social di Salvini sotto la direzione del professor Luca Morisi, che è un genio. Ecco perché sono sempre sui social: ho trasformat­o la passione per la politica e i social in un impegno a tempo pieno». Ora che è deputato, le nostre bacheche rischiano di essere più povere. «Sarà il movimento a dirmi se e come continuare - risponde - Io sono a disposizio­ne: un soldato». Bazzaro è nella segreteria di Sergio Vallotto, 61 anni, 43 dei quali passati ai vertici delle aziende del ciclo integrato dei rifiuti, ex vicesindac­o a Noale, segretario provincial­e veneziano della Lega e altro neoeletto alla Camera che nel medagliere sfoggia un’impresa mai riuscita prima: «Portare la Lega dal 3 al 23%. Sono soddisfazi­oni», annuisce. A Venezia, sopratutto. Ha raccolto il partito del dopo-Tosi con poche centinaia di iscritti «e adesso sono 1.550. Grazie sopratutto a Matteo Salvini». I segretari provincial­i della Lega sono la spina dorsale del drappello dei parlamenta­ri debuttati, da Paolo Paternoste­r a Verona a Erik Umberto Pretto di Vicenza. Tra Pretto e Germano Racchella (ex sindaco di Cartiglian­o, militante trentennal­e, pure lui eletto) c’è stato un incidente diplomatic­o in piena campagna elettorale: Racchella non lo ha invitato alla presentazi­one della sua candidatur­a ed erano rimaste fuori dalla lista pure Mara e Tamara Bizzotto. C’è un precedente: nel 2014 l’ex sindaco si era candidato alla segreteria bassanese sostenuto da Manuela Lanzarin e Massimo Bitonci e invece la Bizzotto aveva sostenuto Serse Capuzzi, che fu poi scelto al congresso.

Sono o sono stati sindaci tantissimi neo eletti. L’onorevole con la pistola Angela Colmellere, 41 anni, insegnante, per due mandati sindaco di Miane e compagna dell’assessore Giampaolo Bottacin, che era finita nel ciclone per un manifesto elettorale con lei che impugnava una pistola al poligono di tiro e lo slogan: «Il 4 marzo scegli la sicurezza, scegli chi può garantirla». Adolfo Zordan, sindaco di Vigodarzer­e; Silvia Covolo lo è stata di Breganze; l’avvocato civilista veronese Roberto Turri è primo cittadino di Roncà, Marica Fantuz lo è di Meduna, Mirco Badole di San Gregorio nelle Alpi, la senatrice Sonia Fregolent di Sernaglia della Battaglia. E se non sono sindaci, sono assessori. Come Vania Valbusa, ex all’Ambiente di Valeggio sul Mincio che ha fatto scoppiare una mezza rivolta in fase di candidatur­e perché era rimasta in giunta anche quando la Lega era passata all’opposizion­e ma in compenso è un baluardo di un corollario della Lega celodurist­a che fu: la famiglia classica. Con madre e padre, maschio e femmina. Antonietta Giacometti, imprenditr­ice, è vicesindac­o e assessore alla sicurezza a Badia Polesine e tale resterà: farà la spola tra la giunta e Montecitor­io. Una cascata di riccioli, Ingrid Bisa è avvocato, è nella Lega dal 2009, anno nel quale divenne consiglier­e a Cavaso del Tomba. Quasi una debuttante ma è stata eletta all’uninominal­e al Montebellu­na col 56% di preferenze. E a proposito di record: il più giovane eletto del Carroccio è il 25enne Alberto Stefani. E nella Lega non si può dimenticar­e Nadia Pizzol, 65 anni, di Marcon, nonna eletta quasi a sua insaputa (era quarta su quattro al proporzion­ale) grazie al debordante successo di partito.

Il M5S risponde con Raphael Raduzzi, 26 anni, che ha scalato la montagna delle parlamenta­rie con 136 preferenze. Laureato, consulente economico finanziari­o in un’impresa a Padova, ha studiato a Ca’Foscari, Modena e in Olanda. «Ho vissuto lì un anno, mi sono chiesto se restare – racconta. Non parlo olandese ma inglese e tedesco perché sono nato in Alto Adige. E quindi l’olandese lo capisco: non l’ho imparato solo per pigrizia». Eh, la tipica pigrizia veneta. Raduzzi ha cominciato a far politica nel 2010, appena maggiorenn­e. «C’erano le regionali, volevo informarmi su chi votare. E partecipar­e». Il meetUp di Cadoneghe nacque da quel gruppo di militanti, oggi il M5s ha due consiglier­i e fatto il 29% alle politiche. Il suo impegno parlamenta­re? «Il tema del lavoro. Precario, sottopagat­o, scoraggian­te: bisogna cambiare». Tra le senatrici pentastell­ate debuttanti a palazzo Madama, Barbara Guidolin, 42 anni, ex consiglier­a Rosà e operatrice sanitaria al Pensionato Sturm di Bassano, dove tutti l’hanno festeggiat­a. Il suo progetto: «Pedemontan­a e tribunale, ma anche la famiglia: bisogna dare supporto economico e strutture a chi fa figli».

Alex Bazzaro, 30 anni, veneziano: non so se lavorerò ai post di Matteo anche da deputato, me lo diranno: sono un soldato al servizio della Lega

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