Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ideal Standard, esuberi in vista I sindacati invocano il ministero

Nessun rinnovo dell’accordo-quadro. In bilico circa 40 posti di lavoro

- Marco de’ Francesco

TRICHIANA Qualche sospetto, da alcuni mesi a questa parte, serpeggiav­a. E in qualche modo il recente incontro tra la direzione di Ideal Standard e le Rsu di Trichiana ha finito per confermare i dubbi: c’è qualcosa che non va. Perché, benché il termine «esuberi» non sia ufficialme­nte utilizzato, si parla di «riduzione degli organici», anche se non si determina un numero dei dipendenti in eccesso. Quanti? I sindacati affermano, in camera caritatis, che dovrebbe trattarsi di 30 o 40 lavoratori. E non è il solo problema.

«Per esempio – afferma il segretario generale della Femca Cisl di Belluno Treviso Nicola Brancher – anche grazie al piano regionale “Garanzia giovani”, si era riusciti a far entrare qui a Trichiana 26 giovani con contratti a termine. La strada sbagliata, sarebbe quella di cacciarli. La via giusta è quella di realizzare un ricambio generazion­ale, con scivoli per i dipendenti vicini alla pensione. L’età media, a Trichiana è 49 anni. Ma l’azienda non fornito alcuna garanzia di voler procedere in questo modo».

L’impianto bellunese ha circa 600 dipendenti. L’azienda, l’ex gloriosa «Ceramica Dolomite» è una multinazio­nale di rubinetter­ie e sanitari con sede in Belgio e di proprietà di due grossi fondi d’investimen­to globali, uno americano e l’altro australian­o.

I dubbi dei lavoratori di Trichiana perché di recente lo stabilimen­to del gruppo a Roccasecca (Frosinone) è passato alla Saxa Gres di Anagni. Ideal Standard aveva annunciato la chiusura dell’impianto e la messa in mobilità dei 300 lavoratori. Invece, con un’operazione da 30 milioni di euro, sostenuta da governo e Regione Lazio, i lavoratori hanno cambiato azienda. Ma per Ideal Standard quello stabilimen­to era chiuso. I lavoratori di Trichiana hanno dunque pensato: perché con noi dovrebbe finire diversamen­te?

«C’era un accordo-quadro – continua Brancher – triennale, dal 2015 e il 2017. È scaduto. Però prevista una trattenuta ai lavoratori per favorire la competitiv­ità dell’azienda, fino al 2020. Vogliamo un nuovo accordo, ma anche di questo non si è parlato. Così come l’azienda non ha detto nulla sul piano industrial­e. Che si fa con lo stabilimen­to di Trichiana? Qual è il suo futuro? Bisogna che l’azienda accetti di parlare di queste cose al Mise, che è la sede ideale».

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Preoccupaz­ione L’allarme delle organizzaz­ioni sindacali per lo stato dell’azienda

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