Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Centro di foniatria, la Finanza accusa Mantoan: pressioni
Ma il segretario della Sanità nega la sua presenza nella struttura
PADOVA Avrebbe ricevuto rimborsi non necessari dall’Usl, provocando un danno erariale milionario. Inchiesta sul centro foniatrico di Padova. Coinvolto anche il segretario per la Sanità Mantoan: secondo la Finanza avrebbe fatto pressioni sugli ispettori.
PADOVA «Un quadro completo del ruolo svolto dal segretario per la Sanità della Regione Veneto (Domenico Mantoan, ndr) non può non contenere alcune considerazioni che, benchè non immediatamente incisive sul piano penale, ben esprimono l’atteggiamento generale di favore che sarebbe stato riservato alla casa di cura, rimasta immune dalle tassative censure che avrebbe probabilmente meritato». Sono parole pesanti quelle che si trovano nell’informativa della Procura di Padova sugli illeciti commessi dalla Casa di cura Trieste, centro foniatrico di via Bergamo, oggetto di un’inchiesta penale (i due vertici sono a giudizio con l’accusa di truffa) e di un accertamento di un danno erariale da sette milioni di euro.
Nel fascicolo delegato dal pm alla Nucleo tributario della Finanza (allegato agli atti del processo di cui la Regione e l’Usl Euganea sono in possesso), si raccontano tutti i passaggi dell’indagine, giungendo alla conclusione che la presidente del cda della casa di cura Donatella Croatto e il direttore sanitario Luigi Diana avrebbero ricevuto cospicui rimborsi dall’Usl di Padova perché per anni hanno registrato i pazienti in Day hospital anche quando non era necessario. La prestazione in Day hospital è infatti totalmente rimborsata dall’Usl (e quindi dalla Regione), mentre il regime ambulatoriale è carico dei privati convenzionati. I due a processo si difenderanno da queste accuse (la difesa della Croatto è affidata al legale Piero Longo), ma le indagini hanno tracciato un perimetro più vasto e hanno coinvolto anche i vertici della sanità veneta. Gli investigatori volevano capire che tipo di controlli fossero stati fatti e le misure prese per evitare che la casa di cura Trieste continuasse a chiedere così tanti soldi al sistema pubblico. A carico di Mantoan non ci fu alcuna indagine penale, ma gli investigatori censurarono il suo comportamento. Al netto del complicato meccanismo di controllo che prevede numerosi organi ispettivi interni ed esterni all’Usl e delle numerose segnalazioni partite dal basso mai tradotte in una sanzione della Regione alla casa di cura, la Guardia di Finanza parla chiaramente di pressioni e bugie messe in atto da Mantoan per attenuare la posizione di Croatto e Diana. Sotto accusa è soprattutto la visita che il direttore generale della sanità veneta avrebbe fatto insieme all’allora presidente della commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini, Leonardo Padrin, al centro di foniatria di Padova proprio il giorno in cui gli ispettori regionali dovevano accedere alla struttura per fare i controlli sulle prestazioni in Day Hospital. Il fatto è noto, è emerso durante l’udienza in tribunale di qualche giorno fa ed è stato confermato dai tre ispettori incaricati, che dissero univocamente di essersi ritrovati davanti Mantoan e Padrin nella casa di cura. E di aver percepito quindi «pressioni» per questa visita «non opportuna». Ciò che non si sapeva è che secondo la Finanza Mantoan avrebbe palesemente mentito. Per accertare la presenza del dirigente della Sanità al centro di foniatria (negata solo dalla Croatto ma confermata da Diana e da tutti gli altri testimoni), le fiamme gialle hanno acquisito i tabulati telefonici di Mantoan e il percorso dell’auto di servizio che il dirigente usa nei suoi spostamenti. E non ci sarebbero dubbi sulla sua presenza nella clinica Trieste.
Nell’informativa si legge: «Se la visita del segretario fosse stata riconducibile all’alveo delle sue ordinarie competenze lo stesso non avrebbe avuto alcun problema a rendicontarla puntualmente, come faceva in tutti gli altri casi e come era obbligato a fare dal dispositivo vigente (…). L’analisi dei documenti acquisiti ha consentito di accertare che il dottor Mantoan oltre a non aver rendicontato puntualmente il percorso della propria giornata, ha anche inserito dati non rispondenti al vero». Il segretario regionale scrive infatti di essere partito da Brendola, passato per il Parco dei Tigli e andato in Regione. E la sera di essere tornato a casa. Luigi Diana invece dice a verbale: «Ricordo che nella circostanza dell’ispezione del 16 febbraio 2012 venne il dottor Mantoan al ritorno da una visita al parco dei Tigli. Lo aspettavamo perché lo avevamo invitato». Sentito dai finanzieri, che ipotizzano a suo carico il reato di false dichiarazioni a pubblico ufficiale e Omessa denuncia, Mantoan ha sempre detto che quell’incontro con Padrin e la Croatto avvenne nel 2011, non il 16 febbraio 2012, giorno dei controlli della Regione.