Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Corridoi verdi per ricucire il centro alle periferie» Manildo si gioca il Piano
Oggi l’illustrazione al Consiglio, spazio agli accordi con i privati
TREVISO Parte oggi l’iter per la nuova Treviso di Giovanni Manildo: corridoi verdi, immobili recuperati senza aumenti di cubatura, il rilancio di una decina di siti strategici, dalla stazione ferroviaria all’ex caserma Salsa.
Il Piano degli interventi non è solo un faldone con centinaia di tavole e documenti, ma una revisione quasi totale della città per ridare forma agli agglomerati abitati e creare corridoi verdi di collegamento con le periferie. Oggi il Pi sarà illustrato ai consiglieri a Palazzo dei Trecento e domani andrà al voto per diventare esecutivo in autunno (dopo le osservazioni). Sarà la nuova amministrazione a metterlo in atto, ma per Manildo è il completamento di cinque anni di lavoro: si tratta del più grande e complesso piano della giunta di centrosinistra per incidere sulle politiche edilizie e urbanistiche dei prossimi anni.
«Le parole chiave sono riconversione e rigenerazione – spiega il sindaco -. Il territorio va preservato utilizzando gli spazi già costruiti e senza ulteriore consumo. L’obiettivo del Pi è creare un nuovo rapporto tra le aree non edificate e la città. Oggi la nostra periferia è un tutt’uno, non ha un’identità definita, non si sa dove cominci e dove finisca, i confini tra i centri abitati devono essere interpretati ripartendo dal significato dell’agglomerato urbano e valorizzando lo spazio vuoto». Che diventa agricoltura, giardino, prato, bosco urbano, più in generale paesaggio: «Abbiamo introdotto dei collegamenti verdi ricreando zone libere fra centro e quartieri. Per troppo tempo anche a Treviso il territorio è stato urbanizzato senza limiti. Ora li mettiamo noi facendo di necessità virtù».
Non sono più i tempi in cui l’edilizia e il mattone trainavano il mercato, già molto è stato costruito. Il taglio delle cubature (quasi un milione di metri cubi in meno) prevede una compensazione in crediti edilizi, ma solo a favore di edifici di qualità e per riportare residenza in centro, giovani e famiglie. Ci sono poi i piani di collaborazione fra pubblico e privato: «Questa novità introdotta non è stata colta nella misura che mi sarebbe piaciuta, la considero una grande opportunità, ma l’inizio è comunque buono – continua Manildo -. La concertazione è un elemento fondamentale perché l’intervento del privato va a rispondere a un interesse pubblico».
Sono state avviate quattro convenzioni: arriveranno a Treviso un giardino pubblico con nuove alberature, l’attesa rotatoria sulla Strada Ovest, un parcheggio nei pressi della Cittadella Appiani e una pista ciclabile, tutti benefici per la collettività realizzati dai lottizzanti.
Ca’ Sugana aveva individuato già nel Pat alcuni luoghi di riqualificazione come l’area Treviso Servizi, la stazione Santi Quaranta, lo scalo Motta e lo stadio Tenni, l’area De Longhi-Zorzi e il sistema commerciale di viale della Repubblica, ai quali sono stati aggiunti degli ambiti in centro storico: dalla Galleria Bailo all’ex Questura. Manildo guarda con attenzione ognuno di questi siti, ma alcuni in particolare: «L’area della stazione e del bastione Camuzzi, dove le azioni di rigenerazione dovranno essere ben analizzate – chiude il sindaco -. Sull’ex caserma Salsa il discorso è più ampio, siamo in attesa di definire la cessione a titolo gratuito da parte del Demanio».
Intese Arriverà l’attesa rotatoria sulla Strada Ovest