Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cison, uccisi per una dose di droga

L’assassino dei Nicolasi aveva lavorato per loro. Incastrato da un sms alla madre

- Citter

CISON DI VALMARINO Loris e Anna Maria Nicolasi, 72 e 69 anni, sono stati massacrati per una dose di droga. L’assassino Sergio Papa, 36enne di Refrontolo in carcere con l’accusa di omicidio plurimo aggravato, non aveva motivi personali o vendette da far pagare ai coniugi. Voleva solo rubare nella loro casa, per procurarsi la droga. E’ stato arrestato a Mestre, tradito da un sms di auguri spedito l’8 marzo alla madre per la festa della donna.

CISON DI VALMARINO (TREVISO) Loris e Anna Maria Nicolasi sono stati massacrati per una dose di droga. I retroscena sull’omicidio di Rolle svelano un movente che rende la loro morte ancora più tragica. L’assassino non aveva motivi personali o vendette da far pagare ai Nicolasi. Voleva solo rubare nella loro casa, per procurarsi la droga. Sarebbe l’imperativo che ha armato la mano di Sergio Papa, il 36enne di Refrontolo in carcere con l’accusa di omicidio plurimo aggravato.

«L’indagine è ancora aperta — precisa il comandante provincial­e dei carabinier­i, Gaetano Vitucci — mancano i risultati delle analisi scientific­he». Ma gli indizi raccolti dal Nucleo investigat­ivo dell’Arma guidati dal maggiore Giovanni Mura e coordinati dal pm Davide Romanelli, sono pesanti. A contribuir­e a comporli la collaboraz­ione di Katiuscia Nicolasi, la figlia delle vittime, e dei vicini di casa: «Ai quali va un grande ringraziam­ento — dice il maggiore Mura —. La figlia, nonostante l’immenso dolore, il giorno dell’omicidio è rimasta con noi fino a notte fonda, per aiutarci a trovare una pista». E quella pista porta subito a un sospettato: Sergio Papa. Da giorni i residenti lo vedevano gironzolar­e. Cercava un obiettivo, individuat­o nella villetta dei Nicolasi.

E’ lì, dentro il rustico in ristruttur­azione, il 28 febbraio lo scopre Loris. Papa prova a tranquilli­zzarlo, gli spiega di aver lavorato come muratore da loro anni prima, ma viene cacciato. Ma 24 ore dopo, secondo la ricostruzi­one dei carabinier­i, è ancora lì, quando a trovarselo davanti è Anna Maria, uscita all’alba per accudire le galline. Lei urla, forse lo minaccia: «Sappiamo chi sei, ti denunciamo». E lui avrebbe perso la testa, afferrando una roncola e uccidendol­a. Loris corre dalla moglie e trova un balordo ormai diventato assassino. Il 72enne reagisce e contro lui la violenza diventa cieca. Solo dopo il killer entra in casa e porta via quel trova, lasciando varie tracce di sangue. I Ris stabiliran­no che sono anche sue. Poi torna fuori, svuota una tanica di gasolio sul corpo di Loris e prova a dargli fuoco. Per cancellare le tracce. Ma viene interrotto da un contadino che si avvicina. E’ lo stesso che dirà ai carabinier­i: «Ho visto un uomo fuggire».

Da quel momento di Papa sparisce. Ricompare il 4 marzo, quando va a votare. Poi più nulla. Il suo telefono spento. Solo l’8 marzo si riaccende, per mandare un sms alla mamma: «Auguri per la festa della donna». E’ la sua condanna. I carabinier­i lo individuan­o a Mestre e lo seguono per giorni. Sabato scatta il fermo. In tasca scontrini e biglietti ferroviari che dimostrano che è stato in Friuli e nel Veneziano. Non è lucido e non dice nulla. Parlerà solo davanti al gip, per dire: «Non sono stato io».

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Lo strazio I figli dei coniugi uccisi
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L’assassino Sergio Papa, 36 anni di Refrontolo

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