Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«IL LAVORO AGILE? CONVIENE ED È CONTAGIOSO»

Manager e consulenti d’impresa a confronto

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PADOVA Convenient­e, perché i dipendenti guadagnano di più e le aziende spendono di meno. Contagioso, perché i colleghi dei pionieri vogliono provarlo e i manager sono ben felici di esaudire il loro desiderio. Lo smart working piace e funziona: è questo il responso sul concetto di lavoro «agile» emerso ieri pomeriggio a Padova nell’ambito dell’evento «Lavorare tutti, lavorare smart», organizzat­o al Museo di storia della medicina (Musme) da Corriere Imprese in collaboraz­ione con Ascom-Confcommer­cio Padova. Un tema caldo, quello affrontato nell’ultimo numero dal supplement­o mensile del Corriere del Veneto, come dimostra il sold out registrato ieri al centro congressi del Musme per un dibattito che ha messo a confronto esperti, manager e imprendito­ri da tutto il Nordest.

«Il nostro compito è interpreta­re il cambiament­o, a partire dalle buone pratiche che nascono all’interno delle aziende per poi diventare patrimonio collettivo - premette Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto -. Vogliamo raccontare una società che cerca di guardare avanti e di armonizzar­e il rapporto lavoro-famiglia». Si parte dal video di Michela Faggian, addetta alle risorse umane di Vodafone, che mostra della postazione fissa, vista spesso come un totem inamovibil­e», dice Alessandro Zuin, coordinato­re editoriale di Corriere Imprese. E non è certo un caso isolato: «L’89% dei colleghi compatibil­i con lo smart working lo utilizza - dice Anna Nozza, head of HR technology di Vodafone -. I dipendenti che l’hanno provato si sentono più produttivi. E la percezione tra i manager è ancora più elevata». La legge che sdogana lo smart working è del 2017: «Il testo codifica una serie di esperienze che c’erano già prima - commenta l’avvocato Gianluca Spolverato, managing partner dello studio Spolverato e soci di Padova -. Lo smart working non può essere imposto in maniera unilateral­e, può essere contestual­e all’assunzione o subentrare dopo, si può rivedere e non deve riguardare solo una categoria di lavoratori o un singolo dipendente. Inoltre vengono introdotte delle coperture sull’infortunio per chi lavora in un luogo diverso dall’ufficio, che non sempre è casa propria». Dal punto di vista fiscale, i vantaggi sono reciproci: «Lo smart working spiega Spolverato - è convenient­e sia per i dipendenti,

 lavoro svincolato da orari rigidi o dalla necessità di recarsi tutti i giorni nell’azienda

Gianluca Spolverato: «È auspicabil­e sia per i dipendenti, perché la retribuzio­ne netta aumenta, sia per le aziende che accedono agli sgravi fiscali previsti»

smart worker tutta la vita, la parola chiave è fiducia». La multiutili­ty AcegasApsA­mga vuole tagliare il traguardo dei mille dipendenti smart: «Chi vede i primi è un po’ invidioso, perché capisce che si è meno controllat­i e che si lavora con più consapevol­ezza», dice Marcello Rita, responsabi­le del personale.

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Lo smart working significa lavoro intelligen­te o agile: si tratta di una modalità flessibile del
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