Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La scheda

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uscito lunedì scorso, ha dedicato un’inchiesta al tema dello smart working perché le ore prestate sono detassate e quindi la retribuzio­ne netta aumenta, sia per le aziende che accedono agli sgravi previsti dagli accordi sindacali».

Insomma, non è un caso se Intesa Sanpaolo ha annunciato che entro il 2021 lo smart working verrà esteso a 24 mila dipendenti. Come per tutti i processi, c’è bisogno di un accompagna­mento: «Lo smart working impone di lavorare per obiettivi - dice Arianna Visentini di Variazioni, società di consulenza sulle nuove forme di lavoro -. La misurazion­e dei risultati desta grande paura sia tra i manager che tra i dipendenti, che percepisco­no l’ufficio come un’area di comfort dove qualcosa succede sempre.

Le aziende devono capire che lo smart working fa risparmiar­e su spese come affitti, bollette, straordina­ri, trasferte e buoni pasto». Chi l’ha già capito è Lima Corporate, azienda metalmecca­nica di San Daniele del Friuli specializz­ata in protesi ortopedich­e, dove per 70 dipendenti lo smart working è già realtà: «I sindacati hanno eretto un muro, ma siamo riusciti a far capire i vantaggi della novità racconta Delfina Danelutti, responsabi­le delle risorse umane -. Lo smart working non è fatto apposta per le donne, ci sono anche tanti papà che ora possono portare i figli all'asilo e dicono di lavorare meglio. Oggi si può essere

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