Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pirollo, una vita in controster­zo

Il rallysta castellano racconta in un libro 40 anni di carriera fino al titolo iridato «Avventure e passione. L’episodio più curioso? Il frontale con un bus di suore»

- Matteo Valente

CASTELFRAN­CO VENETO Una carriera mondiale, macinando chilometri. Dagli stretti asfalti della Corsica alle nevi dei 1000 Laghi in Svezia, dalla Savana del Safari africano ai deserti del Rally d’Australia. Ma anche la pampa e le Montagne Rocciose. Quarant’anni di vittorie, avventure e aneddoti che hanno reso Luigi Pirollo, Gigi per tutti, uno dei navigatori che ha scritto la storia del rally, dettando la guida a campioni come Vudafieri, Capone, Fiorio, Cunico e Capello. Una storia culminata nel titolo mondiale 1987 del gruppo N con Fiorio, sulla Lancia Delta integrale, che Pirollo ha deciso di raccontare in un libro, scritto con l’amico Giancarlo Saran: «Gigi Pirollo, una curva lunga una vita». Trecento pagine e un centinaio di foto che faranno rivivere una carriera partita da Castelfran­co e conclusa con un palmares ricco di titoli. E questa sera alle 20.30 a villa Emo ci sarà una serata dedicata alla presentazi­one del volume.

Pirollo, com’è nata l’idea di questo libro?

«È merito degli amici, che mi hanno suggerito di provare a raccoglier­e in un libro i tanti episodi che hanno caratteriz­zato la mia carriera e che in ogni incontro con i fan hanno grande riscontro. Così in tre mesi ho scritto questo libro, raccontand­o il mondo del rally così come l’ho vissuto

io. Non è un romanzo, ma un libro ricco di storie di vita vissuta destinato ad appassiona­ti e gente comune».

In una carriera tanto prestigios­a non saranno mancati anche episodi curiosi…

«Ogni pilota ha il suo carattere e il suo temperamen­to, che rendono speciali gli episodi. Uno dei più divertenti è stato il frontale che abbiamo fatto assieme a Cunico: peccato fosse con un pulmino pieno di suore... Il top, insomma, per uno scaramanti­co come me. Ma sono stati tanti i fatti simpatici: una volta ebbi anche paura di aver perso la vista. Avevo in mano il road book e con gli occhiali non leggevo: non mi ero accorto di aver perso le lenti».

E se invece citiamo la magica notte del Turini?

«È stata una notte bella… in tutti i sensi. Stavamo provando il percorso al Montecarlo e all’improvviso ci esce davanti una ragazza di Penthouse, vestita solo di una pelliccia: al nostro passaggio l’ha fatta cadere per terra…uno spettacolo. Al giro successivo abbiamo rallentato per vederla meglio, ma non c’era più».

Una carriera dove non sono mancati incidenti…

«E di cui non ho voluto parlare, avendone vissuti diversi anche gravi, ho preferito parlare invece del mondo del rally e delle corse».

Oggi Luigi Pirollo cosa fa?

«Sia chiaro che corro ancora, dopo 44 anni di gare è difficile smettere. E pensare che da giovane volevo sciare, ma per problemi fisici non riuscii a continuare e mi buttai a capofitto nel mondo del rally che amavo. Ricordo che nel 1971 dissi ai miei amici: diventerò campione del mondo di rally. E così è stato».

Un messaggio che continua a passare anche con il Rally Italia Talent?

«Sì, penso che questo progetto avrà un futuro, perché attrae tanti giovani che si avvicinano al mondo delle corse. Purtroppo oggi sono cambiate tante cose da quando ho iniziato io: prima dovevamo prepararci davvero tutto, dalle cartine stradali al coordiname­nto con i meccanici. Diciamo che oggi si è un po’ persa la bellezza dell’inventare le cose nel mondo del rally, che resta però sempre molto affascinan­te».

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Rally Il navigatore «Gigi» Pirollo
 ??  ?? Navigatore Gigi Pirollo insieme a Dindo Capello con la Citroen DS3 WRC
Navigatore Gigi Pirollo insieme a Dindo Capello con la Citroen DS3 WRC

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