Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
LE BANCHE DOPO LE URNE
Ha un senso tentare un’osservazione dell’attuale situazione politica attraverso la lente della drammatica questione delle banche venete? Penso di sì. E ritengo anzi che si tratti di un esercizio intellettuale che può aiutare a comprendere meglio alcune dinamiche quantomai sostanziali. Prima considerazione: il governo uscente non è riuscito a emanare l’attesissimo decreto attuativo con il quale si sarebbero potuti chiarire tempi e modalità di impiego delle risorse (poche) a favore dei risparmiatori danneggiati. La scelta di procrastinare quell’emanazione sembra non essere stata premiata dal territorio. È evidente che la spinta politica che, sull’asse Veneto-Governo centrale, è stata messa in opera non è stata in grado di giungere a un sufficiente esito di concretezza. Il risultato potrebbe essere dipeso dalla debolezza di quell’asse, come pure dall’oggettiva enormità della questione da affrontare. Seconda considerazione: le forze politiche che anche in Regione hanno raccolto il più ampio consenso, per un verso, avevano promesso massima attenzione al tema delle banche, ma, per altro verso, neppure si può dire che avessero mai espresso – almeno con discreto grado di definizione a livello economicogiuridico – quali strade davvero avrebbero inteso percorrere.