Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

LE BANCHE DOPO LE URNE

- Di Tommaso dalla Massara

Ha un senso tentare un’osservazio­ne dell’attuale situazione politica attraverso la lente della drammatica questione delle banche venete? Penso di sì. E ritengo anzi che si tratti di un esercizio intellettu­ale che può aiutare a comprender­e meglio alcune dinamiche quantomai sostanzial­i. Prima consideraz­ione: il governo uscente non è riuscito a emanare l’attesissim­o decreto attuativo con il quale si sarebbero potuti chiarire tempi e modalità di impiego delle risorse (poche) a favore dei risparmiat­ori danneggiat­i. La scelta di procrastin­are quell’emanazione sembra non essere stata premiata dal territorio. È evidente che la spinta politica che, sull’asse Veneto-Governo centrale, è stata messa in opera non è stata in grado di giungere a un sufficient­e esito di concretezz­a. Il risultato potrebbe essere dipeso dalla debolezza di quell’asse, come pure dall’oggettiva enormità della questione da affrontare. Seconda consideraz­ione: le forze politiche che anche in Regione hanno raccolto il più ampio consenso, per un verso, avevano promesso massima attenzione al tema delle banche, ma, per altro verso, neppure si può dire che avessero mai espresso – almeno con discreto grado di definizion­e a livello economicog­iuridico – quali strade davvero avrebbero inteso percorrere.

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