Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mose, la Regione risarcirà 12 mila euro all’ex dirigente assolto

Pd contro i totem di Zaia «Così abolisce gli Urp»

- di Andrea Priante

VENEZIA Dopo l’assoluzion­e, anche sul piano contabile, Giovanni Artico gusta il sapore della rivincita. La Corte d’Appello di Venezia, infatti, nelle scorse settimane ha annullato una decisione del 2015 del giudice del lavoro che autorizzav­a la Regione a dimezzare lo stipendio dell’ex dirigente finito suo malgrado coinvolto in uno dei filoni della maxi-inchiesta Mose: arrestato pure lui nell’ormai famoso blitz del 4 giugno 2014. E così, proprio la Regione ora dovrà rifondergl­i circa 12mila euro di retribuzio­ni «tagliate» ingiustame­nte. «E chiederemo la restituzio­ne anche degli altri stipendi che il mio cliente si era visto ridurre nel corso del 2015»,

VENEZIA «Zaia ha abolito gli Uffici relazione con il pubblico e ora mette le cassette della posta in ospedale per ricevere dai pazienti lamentele e suggerimen­ti. Così privilegia il rapporto diretto tra gli utenti e il governator­e ma delegittim­a personale e operatori».Così il capogruppo del Pd Stefano Fracasso, la vice Orietta Salemi, e il consiglier­e Claudio Sinigaglia. «E poi, tutti i cittadini avranno le medesime opportunit­à di ottenere una risposta? E la risposta sarà la stessa per problemi affini. È evidente l’enorme grado di discrezion­alità di questa iniziativa». spiega l’avvocato difensore, Rizzardo del Giudice.

Ma è solo la prima mossa. «Entro un paio di settimane prosegue il legale - faremo causa allo Stato per l’ingiusta detenzione. Il danno alla rispettabi­lità e all’immagine di Artico è immenso. Per questo la richiesta di risarcimen­to ammonterà a svariate centinaia di migliaia di euro».

Il trevigiano Giovanni Artico, 57 anni, ex sindaco di Cessalto, era rimasto in carcere per 23 giorni. In qualità di dirigente della Regione, per l’accusa aveva agevolato il gruppo Mantovani in alcune opere che riguardava­no la salvaguard­ia di Venezia, ottenendo in cambio diverse consulenze per l’amico-avvocato e l’assunzione della figlia in una controllat­a del Gruppo.

Sul piano penale, già in udienza preliminar­e nel 2015 il giudice aveva lasciato cadere le accuse. Nei giorni scorsi anche la Corte dei Conti l’ha assolto perché «non risulta comprovato che l’attività svolta da Artico fosse dolosament­e preordinat­a ad agevolare il gruppo Mantovani o a effettuare pressioni per ottenere le ipotizzate utilità». Tradotto: non c’è alcuna prova che abbia agito in modo irregolare.

La procura contabile gli contestava un danno da disservizi­o all’ente di cui era stato dipendente (Artico si è dimesso dalla Regione nel novembre 2015, dopo essere stato assegnato ad altro incarico) quantifica­to nel 60 per cento delle retribuzio­ni percepite tra il 2010 e il 2012. Qualcosa come 410mila euro, più spese e interessi.

Ora che anche questa accusa è alle spalle, al dirigente resta l’amarezza. «Sono stati anni di agonia - ha detto - mi hanno pesantemen­te rovinato la vita».

 Artico Sono stati anni di agonia, mi hanno rovinato la vita

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