Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Le banche dopo le urne Test per la politica del Nordest
Ora che queste forze politiche vincitrici hanno nelle loro mani una fiche, decideranno di giocare appieno la partita? Ciò che in termini di puro realismo politico intendo dire è che ogni investitura politica genera un’aspettativa: ebbene, quale «carico» sarà messo su questo tavolo di confronto con Roma? Per essere più espliciti: lo scenario in tema di banche e finanza, di tutela del risparmio, di connessione tra credito e impresa è, in questo momento, la cornice entro la quale si gioca non già una partita tra molte altre, bensì probabilmente la partita dei prossimi vent’anni. Deprivato di fascinazione e sostanza il macth partitico, qui sta invece il vero corpo della politica. Questa è la frontiera in relazione alla quale si deciderà se questo territorio – i cui dati industriali mostrano una vitalità persino sorprendente – rimarrà un distretto produttivo di tutto rispetto, ma anche dotato di una certa qual portanza finanziaria e decisionale, oppure se dal punto di vista dell’egemonia della business community giocherà un ruolo meramente periferico. Lo ha espresso con chiarezza, seppur in una diversa prospettiva, un recente intervento di Cesare De Michelis su queste colonne: dato per consolidato che il luogo delle decisioni si trova oggi un poco più a Ovest, a Milano, sarà il Nord-Est almeno in grado di costruire con quegli ambienti una schietta ma efficiente relazione di do ut des, oppure abdicherà perfino alla contrattazione, affidandosi alla guida d’altri proprio come, nel ciclismo, è solito fare il gregario?