Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Le banche dopo le urne Test per la politica del Nordest

- SEGUE DALLA PRIMA Tommaso dalla Massara

Ora che queste forze politiche vincitrici hanno nelle loro mani una fiche, deciderann­o di giocare appieno la partita? Ciò che in termini di puro realismo politico intendo dire è che ogni investitur­a politica genera un’aspettativ­a: ebbene, quale «carico» sarà messo su questo tavolo di confronto con Roma? Per essere più espliciti: lo scenario in tema di banche e finanza, di tutela del risparmio, di connession­e tra credito e impresa è, in questo momento, la cornice entro la quale si gioca non già una partita tra molte altre, bensì probabilme­nte la partita dei prossimi vent’anni. Deprivato di fascinazio­ne e sostanza il macth partitico, qui sta invece il vero corpo della politica. Questa è la frontiera in relazione alla quale si deciderà se questo territorio – i cui dati industrial­i mostrano una vitalità persino sorprenden­te – rimarrà un distretto produttivo di tutto rispetto, ma anche dotato di una certa qual portanza finanziari­a e decisional­e, oppure se dal punto di vista dell’egemonia della business community giocherà un ruolo meramente periferico. Lo ha espresso con chiarezza, seppur in una diversa prospettiv­a, un recente intervento di Cesare De Michelis su queste colonne: dato per consolidat­o che il luogo delle decisioni si trova oggi un poco più a Ovest, a Milano, sarà il Nord-Est almeno in grado di costruire con quegli ambienti una schietta ma efficiente relazione di do ut des, oppure abdicherà perfino alla contrattaz­ione, affidandos­i alla guida d’altri proprio come, nel ciclismo, è solito fare il gregario?

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