Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Istituti professionali in crisi «Non funziona l’orientamento»
Iscrizioni: crescono l’alberghiero e i licei, l’analisi della dirigente
TREVISO Poco importa che sia (fosse) la terra delle piccole e medie imprese, della manifattura e dell’artigianato: gli istituti professionali nella Marca continuano a perdere iscritti, con l’eccezione degli alberghieri che invece registrano un buon numero di richieste. Il lavoro che i ragazzi cercano non è quello delle industrie e dei laboratori, o almeno non lo è al termine dei cinque anni di studi.
Concluse le procedure di iscrizione al prossimo anno scolastico, con l’organico di diritto in mano, l’ufficio provinciale può scattare una nuova fotografia dell’istruzione trevigiana, iniziando a dimensionare l’offerta formativa, e gli istituti superiori preferiti dai ragazzi sono ancora i licei, scelti da 3.482 famiglie; il doppio dei professionali dove le iscrizioni sono 1.824; negli istituti tecnici invece frequenteranno la prima 3.385 ragazzi.
«Treviso segue la tendenza nazionale ormai consolidata di preferenza dei licei – spiega la dirigente Barbara Sardella -. Credo che si ponga una questione sull’orientamento che non ha inciso come dovrebbe. Alcuni indirizzi interessanti non sono ben conosciuti e non ha aiutato nemmeno il rimaneggiamento dei professionali, con modifiche degli ordinamenti. Nelle famiglie rischia di passare un messaggio diverso». Provveditore a Treviso dal 2015, Sardella torna su un tema che le imprese hanno già più volte sottolineato, la mancanza di figure da inserire in organico, ma a ben vedere senza ottenere risultati: «In una provincia come la Marca è importante che gli indirizzi professionali possano affermarsi perché i nostri imprenditori richiedono giovani qualificati e formati. La forbice con i licei è ancora molto notevole».
La popolazione scolastica, nel complesso, è in leggera flessione (conseguenza del calo della natalità).
Alle elementari ci sono 39.516 bambini, 1.045 in meno rispetto all’anno in corso e 180 in meno si sono iscritti in prima. «È un trend costante, iniziato nel 2015, comporterà alcuni accorpamenti di classi nei centri abitati minori ma non soppressione di plessi – continua Sardella -. I riflessi si vedranno sulle scuole medie già dal prossimo anno». Questo comporterà però qualche riduzione di organico docente. Per il momento, la secondaria di primo grado mantiene lo stesso numero di studenti, 25.667 per l’anno 2018/19 (calano di cento alunni le prime): «La flessione è minima, ma è un primo avviso del calo che abbiamo già subito alla primaria».
Alle superiori invece il boom di arrivi degli anni scorsi non c’è stato e si arresta – in questo caso fortunatamente – la crescita di studenti: 69 in meno nelle prime classi, con il risultato che qualche aula comincerà a tornare all’interno dei livelli di guardia. Il percorso preferito è il liceo scientifico con 670 iscritti; seguono i 576 del linguistico, i 476 dell’artistico, 430 delle scienze umane e 310 che hanno scelto il liceo classico. Su 39.499 iscritti alle superiori, 15.839 frequentano i licei; 14.126 gli istituti tecnici e 9.534 i professionali, per un terzo negli istituti alberghieri e di turismo. Per questo l’ufficio scolastico, attendendosi ulteriori cali nei prossimi anni, pensa di ridimensionare questi ultimi. Ma il tema è nelle mani della Provincia, e a fine anno scolastico con l’organico di fatto saranno prese le dovute decisioni.
Domanda e offerta
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