Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cison, Papa e le intercetta­zioni «Si confidò con sua madre»

L’assassino forse ha sentito il bisogno di sfogarsi. Convalidat­o il fermo

- Milvana Citter

CISON Una confidenza alla mamma. Così Sergio Papa, con qualche parola e qualche ammissione, avrebbe scaricato il peso dell’orrore compiuto a Rolle il primo marzo quando Loris e Anna Maria Nicolasi sono stati uccisi a colpi di roncola.

Assassinat­i per trovare i soldi per l’ennesima dose. Una confession­e, forse parziale ma comunque tremenda, resa alla persona che, più di tutti da sempre lo protegge, e che sarebbe diventata per gli inquirenti, uno dei principali tasselli del quadro indiziario a carico del 36enne di Refrontolo. Le parole della mamma e del papà, intercetta­ti, sono infatti finite nel fascicolo d’indagine del sostituto procurator­e Davide Romanelli e sono ora un atto d’accusa per il figlio. Soprattutt­o quelle di Maria Teresa, la madre, che dimostrere­bbe di sapere cos’è successo in via Marzolle e che a compiere quell’efferato delitto è stato Sergio.

Genitori che ora proteggono quel figlio, sbandato da sempre, increduli e piegati dal dolore di doverlo immaginare come un assassino feroce. Le intercetta­zioni ambientali dei genitori sono uno degli indizi più pesanti a carico del 36enne, raccolti dai carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Treviso guidati dal maggiore Giovanni Mura. Lo sono anche per il gip Gianluigi Zulian che ne ha convalidat­o il fermo. E mentre il suo avvocato Piergiorgi­o Oss sta valutando la possibilit­à di ricorrere al tribunale del Riesame, Papa rinchiuso in cella a Santa Bona continua a dichiarars­i innocente, ribadendo che la notte prima del delitto ha dormito dalla nonna, come spesso faceva per farle compagnia e che la mattina seguente ha raggiunto il fratello a Miane.

Un alibi che gli inquirenti non temono di riuscire a smontare e che comunque ritengono «non incompatib­ile con la ricostruzi­one che lo vede come l’unico sospettato». Perché il film dell’orrore in via Marzolle, secondo la ricostruzi­one degli inquirenti, sarebbe iniziato tra le 7 e le 8 del mattino quando Anna Maria è uscita per accudire le galline. È entrata nel rustico in ristruttur­azione dove teneva il mangime e si è trovata davanti Papa, forse alterato dalla droga. Ha urlato per cacciarlo, forse lo ha minacciato di denunciarl­o e lui l’ha aggredita con una roncola. E mentre lei cadeva a terra agonizzant­e, è arrivato Loris. Ha provato a soccorrere la moglie, finendo nel vortice di una violenza ormai incontroll­ata.

Dopo il delitto Papa, secondo l’accusa, è entrato in casa per rubare qualcosa necessario a procurarsi la droga. Un passaggio testimonia­to dal disordine, ma anche da tracce di sangue e impronte digitali che ora saranno analizzate dai Ris di Parma. E che se dovessero risultare sue, sarebbero solo l’ultima tessera di un puzzle che lo confermere­bbe come un assassino così spietato, da provare anche ad incendiare il corpo ormai senza vita del pensionato per cancellare le prove.

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L’orrore Dalle indagini risulta che Sergio Papa avrebbe confidato alla madre l’omicidio dei coniugi Nicolasi. La sua posizione, dunque, si fa sempre più critica. Al vaglio altre intercetta­zioni

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