Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Disabili psichici, rette più salate I sindaci attaccano la Regione

Venezia abbassa la sua quota di partecipaz­ione ai costi delle comunità Rincaro in vista, fino al raddoppio, su famiglie e municipi: via alla rivolta

- Moreno Gioli

BELLUNO Bilanci familiari e comunali a rischio a causa della nuova ripartizio­ne della spesa per l’assistenza delle persone con disturbi mentali. Recependo il decreto del presidente del Consiglio del 12 gennaio 2017, dal 1 gennaio 2018 la Regione ha cambiato i parametri con i quali viene suddivisa la spesa per seguire le persone con disabilità psichica nei loro trattament­i socio-riabilitat­ivi.

Il Sistema sanitario regionale non interverrà più per il 60% del costo delle rette nelle strutture protette dove i pazienti sono ospitati, ma parteciper­à solo per il 40%. Il resto sarà a carico delle famiglie e a cascata dei singoli Comuni, che partecipan­o in quota variabile alla spesa, in base alle diverse situazioni familiari. Per la Provincia di Belluno si parla di oltre una cinquantin­a di casi, in situazioni domestiche spesso problemati­che.

«Questa novità non può che acuire problemi, gravi, già esistenti» spiegano i sindaci di Belluno e Feltre, Jacopo Massaro e Paolo Perenzin, che hanno analizzato la situazione assieme al direttore dei Servizi sociali dell’Usl 1 «Dolomiti», Gian Antonio Dei Tos e ai dirigenti che si occupano dei Servizi sociali nell’incontro tra le rappresent­anze dei sindaci delle ex Usl 1 e 2.

I primi cittadini ci sono andati giù duro. «Così si colpiscono direttamen­te famiglie già in difficoltà a causa della condizione di qualche loro familiare, e a cascata i Comuni che intervengo­no per coprire, in parte o totalmente, le spese per l’assistenza».

I conti, seppur non omogenei, sono presto fatti. «Nei casi peggiori — spiega Massaro — una famiglia si può trovare a dover pagare il doppio della retta. Una spesa che poi ricadrà direttamen­te sui bilanci comunali: sarà il Comune a dover coprire la differenza tra ciò che si pagava prima e ciò che si paga adesso. E si tratta di cifre importanti, anche oltre 16 mila euro all’anno. Soldi che, nei sempre più risicati bilanci comunali, spesso non si trovano in nessun angolino».

Continua il sindaco Massaro: «La Regione non può abdicare così al suo ruolo di assistenza socio-sanitaria, un modello che era un fiore all’occhiello, ma che piano piano si sta cercando di smantellar­e. Cercheremo al più presto di fare le giuste pressioni perché la giunta regionale riveda questa scelta politica. Non si può decidere di separare i casi medici da quelli sociali, in situazioni di disagio psichico questi sono fortemente correlati. Abbiamo intenzione di interessar­e della cosa anche la rappresent­anza dei sindaci del Veneto».

E chiude Perenzin, primo cittadino di Feltre: «Dovremo interessar­e anche il futuro governo nazionale, perché decida di ripristina­re la vecchia ripartizio­ne».

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Assistenza Impennata delle rette per stare nelle comunità

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