Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Tesserati raddoppiat­i e tanti buoni maestri Il Veneto sarà ancora fucina di campioni»

- di Daniele Rea

PADOVA La scherma veneta? Sta bene. Anzi, sta benissimo. Per carità, siamo ancora lontani dai favolosi anni ‘80 e primi ‘90 quando piovevano medaglie olimpiche e titoli m0ndiali, ma i prodromi di una nuova leva di campioni ci sono tutti. E se lo dice uno come Mauro Numa, viene da pensare che sia meglio crederci sulla parola. Il campione mestrino, 57 anni, arriva da quella covata che portò alla «generazion­e di fenomeni» allevata dal maestro Livio Di Rosa: con lui anche Andrea Cipressa (attuale ct della Nazionale di fioretto), Andrea Borella e, nel femminile, Dorina Vaccaroni. Tanta roba, insomma. Solo Numa può esibire due ori olimpici a Los Angeles 1984 e quattro titoli mondiali tra individual­e e concorso a squadre. Adesso fa il maestro e ha di recente aperto la sua scuola, l’Antoniana, a Camposampi­ero, nell’Alta Padovana: una quarantina di bambini che imparano i segreti di uno tra i più affascinan­ti degli sport di disciplina.

Numa, come sta la scherma in Veneto?

«Gode di ottima salute, non c’è dubbio. Agli ultimi Europei giovanili sono stati parecchi i veneti in Nazionale e i risultati sono stati eccellenti. È un periodo buono, su questo ho pochi dubbi».

Gli anni ‘80 e ‘90 sono stati contrasseg­nati dai successi della scuola mestrina di fioretto, corroborat­i da quella padovana di sciabola con Marco Marin come punta di diamante: e adesso?

«Quando tiravo io, appunto, c’era la tradizione della scuola di Mestre dove sono cresciuto e la sciabola a Padova. Poco altro, direi. Adesso invece i giovani talenti sbocciano un po’ in tutto il Veneto ed è senza dubbio un elemento positivo da considerar­e. La base si allarga».

Qualche esempio?

«Beh, penso solo ai risultati di Martina Favaretto nel fioretto agli ultimi Europei, tra i giovani: quattro medaglie tra individual­e e squadra. Ma non solo, penso alle medaglie che sono state conquistat­e dalle spadiste trevigiane Eleonora De Marchi e Beatrice Cagnin. O ancora al secondo posto di Erika Cipressa nella tappa di Coppa del Mondo assoluta a Algeri. E poi l’argento a squadre nel fioretto di Filippo Quagliotto, del circolo di Montebellu­na».

C’è una motivazion­e specifica in questa nuova fioritura di talenti?

«Tanti buoni maestri, mi viene da dire questo come prima osservazio­ne. E poi anche una crescita esponenzia­le degli iscritti: la base si allarga e quindi, ovviamente, c’è maggiore possibilit­à di pescare qualche perla...».

Una crescita che coinvolge anche il Veneto...

«Certo, attualment­e nella nostra regione i circoli di scherma sono 32, con migliaia di tesserati. Offro solo un dato per capire l’evoluzione del nostro sport in questi anni: quando tiravo io a livello nazionale di tesserati erano circa 12mila, adesso siamo sopra i 24mila. Un raddoppio che dice tanto».

Insomma, la scherma cresce e si consolida: quale può essere la spinta?

«Intanto i risultati a livello internazio­nale: le medaglie

Mauro Numa La nostra scherma gode di ottima salute, pensiamo ai risultati di Martina Favaretto

alle Olimpiadi e ai Mondiali sono sempre una grande spinta per avvicinars­i alla pedana per un bambino».

Come vede il suo amico Andrea Cipressa, da ct azzurro del fioretto?

«Andrea sta facendo un lavoro eccellente che guarda anche al futuro. E i risultati parlano per lui».

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 ??  ?? In pedana Mauro Numa, oggi 57 anni, durante una gara
In pedana Mauro Numa, oggi 57 anni, durante una gara

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