Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Strade di sangue, ora mobilitiamoci»
Treviso, l’appello delle associazioni e di Fojadelli: «Giovani senza regole»
TREVISO Strage sulle strade trevigiane, scatta l’appello alla mobilitazione: «Non sono platani assassini o nebbia killer. Serve una campagna di sensibilizzazione a tappeto, nelle scuole guida e fra i giovani». «La sicurezza è diventata un valore obsoleto, retorico, i ragazzi non vogliono essere imbrigliati. Sono pronto a collaborare per fare qualcosa». A parlare sono Paola Conte (Vittime della Strada) e Antonio Fojadelli, ex procuratore di Treviso.
TREVISO Troppi morti sulle strade trevigiane, troppi. L’appello a una nuova e più incisiva mobilitazione parte dall’associazione dei familiari delle vittime: «Non è un inevitabile scotto da pagare a un modo di vivere distratto e assuefatto alla tecnologia. Non sono platani assassini o nebbia killer, non possiamo più aspettare. Serve una campagna di sensibilizzazione a tappeto, nelle scuole guida e fra i giovani, e servono interventi immediati per mettere in sicurezza le nostre strade». L’ex procuratore Antonio Fojadelli, per anni impegnato nella prevenzione degli incidenti, alza un altro velo: «Lo sforzo lodevole delle prefetture e delle forze dell’ordine non basta, serve una grande mobilitazione di tutte le istituzioni, delle scuole, delle famiglie e degli ambienti sociali. Ho fatto il Pm per una vita e la repressione, il timore del castigo e della punizione, è anch’essa un mezzo per impedire altre tragedie».
Nove vittime da gennaio, quattro fra i 18 e i 23 anni, più un’altra giovane trevigiana morta in Friuli: il tema è tornato di attualità con gli episodi di sangue e l’allarme della Polstrada, perché il trend è in aumento rispetto al 2017. Velocità, disattenzione e mancanza di cinture: questi gli elementi in comune nelle tragedie. «Quando ero in servizio potevo illudermi di dare un contributo al rafforzamento della sensibilità ed educazione stradale, ma mi sono reso conto che sono patetici sforzi a fronte di una serie di fattori contrari – continua Fojadelli -. Il desiderio di ribellione dei giovani e la mancanza di riferimenti. La pubblicità che propone modelli di automobili aggressivi, potenti, con messaggi di indipendenza e velocità». Raccolte soprattutto da chi è nell’età del rifiuto delle regole. «La loro energia va incanalata nella disciplina – afferma -. La nostra società non dà risposte convincenti, la sicurezza è diventata un valore obsoleto, retorico, non vogliono essere imbrigliati. Le famiglie consegnano troppo presto mezzi troppo potenti».
Quello che ha fatto per anni da procuratore a Treviso, è disponibile a farlo ancora, assieme alle associazioni: parlare, incontrare i giovani, sostenere una massiccia mobilitazione trasversale.
La presidente dell’associazione trevigiana dei familiari delle vittime della strada, Paola Conte, chiede urgentemente un piano di prevenzione: «Siamo preoccupati di quello che sta succedendo, deve portare a una riflessione di tutte le istituzioni. Non bastano gli interventi spot, c’è molto da fare. I corsi di prevenzione devono diventare obbligatori». Anche ieri l’Aifvs era in una scuola media di Galliera Veneta: «I ragazzi non conoscono realmente i rischi, l’educazione stradale è doverosa ma le associazioni da sole non possono risolvere questo problema».
Fojadelli Sono disposto a collaborare pur di fermare le tragedie
Conte Siamo preoccupati per quanto succede, le istituzioni si muovano