Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Manildo «contadino»: «Schieratev­i con me per la nuova Treviso»

Il sindaco: «Non disperdiam­o 5 anni di rinnovamen­to»

- Silvia Madiotto

TREVISO Con la vanga in mano, le scarpe nel fango, in piedi in mezzo agli orti urbani di San Paolo: così bucolico (ma con abbigliame­nto casual) il sindaco Giovanni Manildo non si era mai visto. Al primo cittadino di Treviso piacciono le metafore: quella ufficiale della sua campagna elettorale è il secondo tempo di una partita - ovvero il secondo mandato con il quale si candida a rigovernar­e Treviso. Quella nuova è la «terra da coltivare e curare, ogni giorno con pazienza, seminare, saper aspettare i frutti». Pochi giorni fa Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, era stato in visita nel capoluogo, fra le campagne e le coltivazio­ni, accolto anche dall’amministra­zione comunale e Manildo pare averne colto il messaggio imbraccian­do gli strumenti del mestiere. Ha scelto una foto alquanto singolare, vestendo i panni del capopopolo-agricoltor­e e lanciando un appello a tutti i trevigiani chiedendo di prendersi cura della città «come Alfio, il capo ortolano, che mi ha fatto toccare con mano l’esperienza degli orti urbani».

Il 24 marzo la sua campagna elettorale prenderà ufficialme­nte il via a Sant’Angelo con una partita di calcio: maglie bianche contro maglie azzurre, mescolando i volti uscenti con i nuovi sostenitor­i. «Vi chiedo di schierarvi al mio fianco. Ho bisogno delle energie di tutti voi che amate Treviso, per portare a compimento e rilanciare con persone nuove quel cambiament­o che fino a 5 anni fa ci sembrava impossibil­e». Prima dei temi forti, della definizion­e della coalizione e del programma elettorale, Manildo sceglie un messaggio motivazion­ale per dare la carica. Dopo la vittoria del 2013 infatti parte dell’entusiasmo di aver strappato Treviso alla Lega è sparito e bisogna ricompatta­re le truppe. Così, fra le righe, si legge anche un messaggio di rinnovamen­to: accanto al riconoscim­ento del lavoro svolto emerge il desiderio di cambiare qualcosa su squadra e obiettivi. «Persone nuove» scrive nel suo appello, da interpreta­re alla lettera. «Non ci appartiene il dire non mi interessa, fate voi. Non siamo più quelli del “mi no vao combatar”. Treviso siamo tutti noi». E cita San Francesco: «Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprender­ete a fare l’impossibil­e».

Intanto il centrosini­stra cerca di trovare la quadra sulle liste in corsa per Ca’ Sugana: Per Treviso dovrebbe confluire nella lista del sindaco; gli esponenti di Impegno Civile si sono avvicinati alla sinistra di Futura; posizioni confermate per Pd, Treviso Civica e Trevisoè. Coalizione Civica al momento ancora non pervenuta.

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