Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il Coisp: Santa Bona? È una bomba a orologeria
Il sindacato di polizia dopo l’incendio appiccato in una cella: «Siamo in pochi, troppi rischi»
TREVISO «Siamo arrivati al punto in cui i delinquenti possono colpire le forze dell’ordine, distruggendo tutto ciò che hanno a portata di mano con la sicurezza che non pagheranno mai».
Sono parole dure quelle della segreteria provinciale del Coisp di Treviso, all’indomani della protesta di due detenuti stranieri del carcere minorile di Santa Bona che hanno appiccato un incendio nella loro cella. La coppia, intorno alla mezzanotte di giovedì, quando gli agenti della polizia penitenziaria come da regolamento spegnevano le luci e i televisori, ha cominciato a inveire e subito dopo ha dato fuoco a tutto ciò che c’era nella stanza: lenzuola, coperte e pezzi di carta. La polizia penitenziaria è stata costretta ad evacuare l’intera sezione che è stata invasa dal fumo e i detenuti hanno trascorso la notte in palestra. «Dopo aver visto soggetti distruggere tutto durante le manifestazioni e aggredire le forze dell’ordine, sicuri che non pagheranno mai, ora vediamo che succede la stessa cosa negli istituti di reclusione che dovrebbero servire per rieducare e reinserire nella società chi ha commesso reati – tuonano dalla segreteria provinciale del Coisp -. Quanto accaduto conferma anche la forte carenza di organico delle forze di polizia».
Gli altri detenuti, mentre la coppia appiccava il fuoco nella cella e il fumo cominciava a invadere tutte le stanze, ridevano. «Gli agenti hanno provato più volte a calmare la coppia che protestava, ma senza risultato. Speriamo – concludono dal Coisp - che quanto accaduto faccia in modo che i ministeri competenti per le forze dell’ordine capiscano che Treviso, per quanto poco pericolosa sia a fronte di altre città, è diventata come una bomba ad orologeria che rischia di esplodere da un momento all’altro se non si fa in modo di ripristinare l’organico».
Il rogo Due detenuti hanno prima insultato gli agenti, poi hanno dato fuoco a tutto
L’accusa «Questi delinquenti possono colpirci in ogni momento, sapendo che non pagheranno»