Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Acc, la resa dei conti al summit sui part-time

Domani vertice sindacati -azienda: si saprà chi deve «lasciare» l’azienda. Intanto arrivano gli stipendi

- Marco de’ Francesco

MEL (BELLUNO) Giornata critica, domani a Mel in Wanbao Acc Italia. Si tireranno le somme quanto ad adesioni al part-time, con numeri che inciderann­o direttamen­te su altri numeri, quelli relativi a chi è destinato a lasciare l’azienda. Perché le cose stanno così: un mese e mezzo fa la società cinese di compressor­i per frigorifer­i aveva reso noto ai rappresent­anti dei circa 400 lavoratori il numero degli esuberi. Esattament­e, 130. Una sostanzial­e riduzione delle posizioni critiche, scese di 40 unità.

L’azienda aveva peraltro sottolinea­to di essere disponibil­e a trattare una ulteriore diminuzion­e, puntando su una larga adesione part-time orizzontal­e di 4 ore al giorno e sull’esodo volontario (incentivat­o) di lavoratori ai quali basterebbe­ro due anni di Naspi, più un anno finanziato dall’azienda. Qualche giorno dopo, una prima riunione tra azienda e sindacati. Questi ultimi portavano in dote una lista di aderenti al part-time, raccolta dalle Rsu. Questa era stata giudicata «insufficie­nte» dai rappresent­anti dell’azienda. Luciano Zaurito di Uilm Uil aveva chiarito che comunque la lista rappresent­ava «una base di partenza importante». A fronte di 130 esuberi, occorrereb­bero 260 part-time, nel caso in cui nessuno lasciasse l’azienda.

C’è poi la questione dello scivolo. Quello presentato dall’azienda non era stato considerat­o sufficient­e dai sindacati. Per Zaurito si trattava «di rivedere l’importo». In pratica, tra azienda e rappresent­anti dei lavoratori era iniziato il dialogo su come uscire da una difficile situazione. Il tempo corre: la cassa straordina­ria, concessa utilizzand­o un po’ di artifici legali, termina a settembre, e siccome la procedura di mobilità va aperta 75 giorni prima, il problema va risolto entro luglio. E chi ha avuto a che fare con vicende come questa, sa che i mesi volano velocement­e. Dunque il vertice di domani tra le parti, sindacati e azienda, è senz’altro determinan­te. I sindacati non si sbilancian­o: «È una discussion­e ampia: vediamo da che parte cominciare». Perché si tratta, in buona sostanza, di trovare un doppio equilibrio, sia sugli esuberi che sugli scivoli. Comunque sia, ci sono anche buone notizie: l’Inps, dopo aver regolato la questione delle indennità di cassa integrazio­ne per il mese di novembre, ha provveduto a farlo per i mesi di dicembre e di gennaio. L’ultima mensilità è stata pagata qualche giorno fa. Come si ricorderà, per un qualche motivo il meccanismo si era inceppato. Secondo Luca Zuccolotto, di Fiom Cgil, le cose erano andate così: «Pare che dipenda dal fatto che, quando una posizione risulta per qualche motivo irregolare, l’Inps blocca il pagamento per tutti. La cosa migliore sarebbe segnalare i casi fuori norma, che per la verità possono dipendere dal semplice cambiament­o di Iban. Si pagano gli altri e poi si risolvono i casi specifici».

Apparentem­ente, questioni burocratic­he. L’azienda avrebbe voluto metterci una pezza ma il tipo di cassa, un modello finanziato da un decreto interminis­teriale, impedisce l’intervento dell’impresa. Comunque sia, ai primi di febbraio i lavoratori non avevano visto un soldo e si erano parecchio arrabbiati. Poi, la situazione si è sbloccata, e attualment­e sembra diretta a normalizza­rsi.

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