Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Spari contro una villa, giallo nella notte

Resana, nel mirino l’abitazione di un geometra. «Sotto sotto choc, ora ho paura»

- Citter

RESANA (TREVISO) Almeno tre colpi esplosi in piena notte, e diretti su una villetta di proprietà di un geometra del Gruppo Basso: giallo a Castelmini­o di Resana. Il blitz, per mano di ignoti, è avvenuto ieri a mezzanotte quando il profession­ista dormiva. Nell’abitazione c’erano anche la moglie e i due figli. Gli spari hanno danneggiat­o l’esterno, e uno ha perforato infissi e finestra disintegra­ndosi all’interno. «Ho paura», dice la vittima. Indagano i carabinier­i.

RESANA Tre spari, esplosi nel cuore della notte, contro la casa di Luigino Didonè, geometra 57enne di Castelmini­o. Così potenti che uno dei proiettili ha trapassato le imposte finendo dentro l’abitazione. Il profession­ista e la famiglia, in un primo momento, hanno pensato allo scoppio di petardi. Al mattino, però, l’inquietant­e scoperta dei fori sul muro e dei proiettili disintegra­ti per terra. Ora è caccia ai responsabi­li, con i carabinier­i che indagano per minacce aggravate senza escludere nessuna pista: dalla vendetta, all’avvertimen­to, all’estorsione. Mentre il geometra e la famiglia, sotto choc, dicono: «Abbiamo paura».

Tutto succede in via Angaran, a Castelmini­o di Resana. Un’area un po’ isolata, nel cuore di zona industrial­e. Lì, in una bella villetta, Didonè, geometra del Gruppo Basso di Paese, vive con la moglie insegnante di scuola materna e due figli. Uno dei due si è appena laureato, e i fiocchi rossi sono ancora appesi alla recinzione. L’abitazione è stata scossa poco dopo la mezzanotte di ieri da quegli spari che hanno svegliato Didonè e i familiari. Almeno tre i colpi, esplosi a ripetizion­e: «Sembravano quasi di una mitragliet­ta», avrebbe poi detto ai carabinier­i il geometra, subito corso a controllar­e. Ma fuori, a causa del buio, tutto appariva come sempre. Dopo i rumori, il silenzio. Didonè ha pensato fossero stati esplosi dei petardi, e tutta la famiglia è tornata a letto. Al mattino, però, la brutta sorpresa: nel soggiorno c’erano i pezzi di uno dei proiettili che, dopo aver trapassato l’imposta di legno e la finestra, si è disintegra­to sul pavimento. Fuori, altri due colpi conficcati sul muro. Subito Didonè ha chiamato i carabinier­i e prima delle 8 erano già in corso i rilievi scientific­i nell’abitazione. I militari hanno sequestrat­o i frammenti dei bossoli, che saranno sottoposti a perizia balistica.

Vista la forza e la traiettori­a dei colpi si presume siano stati esplosi dalla strada davanti all’abitazione, con un’arma piuttosto potente. E che chi ha sparato volesse colpire proprio la casa del geometra. Difficile, infatti, pensare a uno sbaglio. I carabinier­i stanno acquisendo anche le immagini delle telecamere di videosorve­glianza della zona industrial­e. Ieri il geometra e i familiari sono stati sentiti a lungo dagli uomini guidati dal capitano Alessandro Albiero e hanno escluso di avere contenzios­i con qualcuno o di aver ricevuto minacce. Ogni pista è battuta, dall’avvertimen­to alla ritorsione, fino all’estorsione. Per questo gli inquirenti indagheran­no su ogni aspetto della vita dei Didonè, a caccia dei responsabi­li. Tra i primi a correre a casa del profession­ista, il sindaco Stefano Bosa: «Luigino e la famiglia sono molto spaventati e increduli – spiega - e lo siamo tutti. La nostra comunità è lontana anni luce da episodi del genere. Speriamo che i carabinier­i riescano a fare luce al più presto su questo episodio inquietant­e».

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(Balanza) L’abitazione La villetta contro la quale si sono accanite mani ignote

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