Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Nonna detective fa arrestare due truffatori
Padova, due in manette. Decisiva la denuncia di una 74enne, reduce dalla lezione al centro anziani: «Sollevata»
PADOVA L’arzilla vecchietta aveva seguito la lezione tenuta dall’Arma sulle truffe in un centro per anziani. Grazie a questo, ha subito smascherato e fatto arrestare due truffatori.
PADOVA L’arzilla vecchietta aveva seguito la lezione tenuta dall’Arma sulle truffe in un centro per anziani. Quando le è squillato il telefono di casa e un sedicente avvocato (risultato poi falso) la invitava a preparare il denaro per un presunto incidente avvenuto al figlio, non ci ha pensato due volte, ha chiamato il 112 e ha denunciato tutto. I carabinieri del comando provinciale di Padova hanno arrestato due pluripregiudicati napoletani che avevano messo a segno decine di colpi in tutta Italia con la tecnica del falso legale e dei finti appartenenti alle forze dell’ordine: Antonio Rubino, 27 anni e Salvatore D’Abundo, 39 anni. Ai due sono contestati almeno dodici episodi accaduti tra le province di Padova e di Vicenza che hanno fruttato almeno 70mila euro tra contanti e gioielli. I due entravano in azione su indicazione di un call center napoletano che indirizzava i criminali. Le vittime venivano contattate sulle utenze fisse da uno sconosciuto che si presentava come avvocato. L’uomo diceva di essere in un ufficio delle forze dell’ordine perché incaricato di seguire le vicende legali seguite a un grave incidente causato da un familiare dell’anziano di turno. Nella telefonata poi interveniva un finto agente della polizia o dei carabinieri che confermava quanto avvenuto e chiedeva di preparare una somma di denaro o dei monili per un ipotetico risarcimento. Presa dall’agitazione la vittima prendeva i soldi della pensione, i risparmi o i gioielli di famiglia e li consegnava a un complice che si presentava a casa. I due riuscivano a racimolare grosse somme: in un’occasione erano arrivati a sottrarre 15mila euro a un’84enne. Tutto è filato liscio fino a quando una pensionata di Piove di Sacco nel padovano, ricevuta la fantomatica telefonata, si è ricordata di quanto aveva sentito durante una lezione sulle truffe e ha chiamato il 112. Incrociando i dati della permanenza dei due malviventi in un hotel sul Lago di Garda e le date delle truffe i militari hanno ricostruito i loro movimenti e mostrato le foto agli anziani truffati. I due immortalavano sui loro profili Facebook mazzette di soldi, gioielli, cene al ristorante, corse in motoscafo in barba alle loro vittime. «Hanno iniziato a dirmi il nome di mio figlio, tutti i suoi dati e che era stato coinvolto in un incidente — racconta la signora Graziella, 74 anni, già ribattezzata “nonna carabiniera” — l’accento meridionale non mi convinceva e quando mi è stato detto che volevano 4.600 euro perché non aveva pagato l’assicurazione mi è venuto qualche dubbio. Parlavano in modo convincente, mi hanno chiesto quanti contanti avessi in casa e quali gioielli potevo consegnare al posto dei soldi. Ma a quel punto ho telefonato a mio figlio e a ho capito l’inganno. I carabinieri sono subito intervenuti, alla sera in caserma c’erano tanti anziani a denunciare questi brutti episodi. Da un lato mi sento sollevata, dall’altro penso che non aprirò mai più la porta agli sconosciuti».