Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Rivoluzion­e all’Ideal Standard La produzione a ciclo continuo

Trichiana, dal 1 giugno per un terzo dei 600 lavoratori. Timori sindacali

- Marco de’ Francesco

TRICHIANA Ciclo continuo per una buona parte dei lavoratori dello stabilimen­to «Ideal Standard» di Trichiana. Giorno e notte, sette giorni su sette nell’ex «Ceramica Dolomite» che produce sanitari e rubinetter­ie. Tre turni: dalle 6 alle 14, dalle 14 alle 22 e dalle 22 alle 6. Con questa formula, i lavoratori coinvolti saranno operativi per quattro giorni consecutiv­i. Dopo due di riposo, cominceran­no un turno diverso. L’azienda ha comunicato la decisione ai lavoratori ieri l’altro, nel corso di un ciclo di incontri. La nuova organizzaz­ione del lavoro inizierà il 1 giugno e coinvolger­à, per adesso, dai 150 ai 200 lavoratori sui 600 totale.

Secondo i sindacati, le cose stanno così: «Il vecchio forno operava grazie a tanti carrelli che caricavano i prodotti da lavorare. Il nuovo non prevede carrelli e non si fanno scorte. Uno dei vantaggi, per l’azienda, è la logica di processo a flusso». Secondo le Rsu (Rappresent­anze sindacali unitarie) «l’azienda ha fatto un investimen­to, tra forno e altre attrezzatu­re, d a circa otto milioni di euro. Solo con il ciclo continuo si ritorna dei soldi spesi». Ma i lavoratori non sono contenti. «Per molti è pesante — afferma un sindacalis­ta — Il personale ha un’età media di 50 anni. Non è facile fare il turno di notte».

L’azienda, una multinazio­nale di rubinetter­ie e sanitari con sede in Belgio e di proprietà di due grossi fondi d’investimen­to globalizza­ti, uno americano e l’altro australian­o, qualche settimana fa ha fatto sapere che i conti, tra produzione prevista e personale, non tornano. Si tratta di sfoltire la massa di manovra, di almeno 30-40 addetti. Ma i sindacati sono convinti che questo problema si possa risolvere senza drammi. Fanno sapere: «L’azienda deve trovare i soldi per lo scivolo per quei lavoratori vicini alla pensione». Che a Trichiana non mancano. Sempre i sindacati, finito l’accordo-quadro triennale 2015-2017, ne vogliono uno nuovo, ma per ora l’azienda tace.

Sempre in tema di aziende, ieri a Selva di Cadore Confapi Veneto (associazio­ne imprendito­riale delle Pmi, piccole e medie imprese) ha inaugurato la sede provincial­e in via Santa Fosca 32/c.

Per il presidente della delegazion­e di Confapi Belluno, Sisto Dagai «la sede ci permetterà di rafforzare i servizi e di essere ancora più vicini alle aziende associate. L’ufficio avrà diverse funzioni: punto informativ­o, per svolgere corsi di formazione, promuovere servizi turistici integrati». Secondo il direttore di Apindustri­a Venezia, Nicola Zanon, «l’obiettivo è quello di rilanciare il settore turistico e dell’indotto».

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Ex «Ceramica Dolomite» Nuovi investimen­ti, lavoro più duro

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