Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pasqua in montagna boom di prenotazio­ni piste aperte fino a maggio

Sulle Dolomiti in funzione 424 impianti su 456, previste nevicate a mille metri. Bene anche città d’arte e borghi

- Macciò

Mari e laghi possono aspettare. Le abbondanti nevicate e le temperatur­e basse delle ultime settimane incidono sulle mete del prossimo weekend: il meteo chiama ancora neve fino a mille metri, sulle Dolomiti saranno aperti 9 impianti di risalita su 10. E non sarà l’ultima occasione di sciare.

VENEZIA La neve è ancora fresca, la primavera è ancora timida e il meteo parla pure di temperatur­e in calo. Gli ingredient­i di una Pasqua in alta quota, insomma, ci sono tutti. E la montagna è pronta ad approfitta­rne per prolungare l’accoglienz­a agli sciatori: questo weekend le piste delle Dolomiti saranno quasi tutte agibili, con 9 impianti di risalita su 10 funzionant­i.

I dati di Dolomiti Superski parlano di 424 impianti aperti su 456, per un totale di 1.179 km di piste aperte sui 1.200: in Alta Badia, Val Gardena, Val di Fiemme e a San Pellegrino si potrà sciare ovunque come a Natale, mentre nelle altre stazioni sciistiche le chiusure si contano sulla punta delle dita. Anche il meteo rema a favore: l’ultimo bollettino dell’Arpav si spinge fino a sabato, quando sono previste nevicate fino a mille metri. Il weekend di Pasqua non sarà nemmeno l’ultima occasione per mettersi gli sci ai piedi, dato che la maggior parte degli impianti chiuderà a metà aprile e che sul monte Faloria si andrà avanti fino al primo maggio.

«Quest’anno le presenze sugli impianti sono aumentate del 25% - dice Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina -. La Pasqua bassa consente di prolungare una stagione da incornicia­re». «Le temperatur­e hanno conservato la neve, la sciabilità è ottima e ci aspettiamo un afflusso superiore agli anni scorsi - commenta Roberto Rigoni Stern, sindaco di Asiago -. Inoltre ci sono molte iniziative di contorno, a partire dalle escursioni per chi è stanco di sciare e cerca alternativ­e».

Se la montagna esulta, la pianura resta alla finestra. «Le previsioni sono in linea con l’anno scorso - afferma Marco Michielli, presidente di Federalber­ghi Veneto -. Le città d’arte danno segni di recupero, anche perché la ripresa economica c’è e i turisti possono spendere qualcosa in più. Confidiamo molto nelle terme, mentre saranno in pochi a scegliere mari e laghi; dall’estero arriverann­o tedeschi e austriaci, ma non certo in numeri consistent­i come avviene quando Pasqua è a fine aprile. E poi c’è l’ostacolo dei siti meteo, che tendono a dare previsioni negative per indurre gli utenti a controllar­e gli aggiorname­nti».

Un’altra variante è rappresent­ata dal calendario: «Aprile è un mese flessibile, che offre diverse combinazio­ni di ponti e chiusure scolastich­e - ricorda Mara Manente, direttrice del centro studi sul turismo Ciset di Ca’ Foscari -. Quest’anno le famiglie potranno concedersi una vacanza anche dopo Pasqua e deciderann­o in base al tempo libero disponibil­e per ciascuna festività. Accanto alle città d’arte c’è una riscoperta dei piccoli borghi e dei musei».

«La curva della domanda nelle città sta rallentand­o, anche perché quest’anno Pasqua arriva prima e in certi casi si preferisce aspettare o rimandare - osserva Antonello De Medici, vicepresid­ente nazionale di Federturis­mo -. A Venezia ad esempio c’è grande attesa per le mostre di aprile e maggio; nel frattempo, si assiste a una contrazion­e del 15% nella spesa dei turisti». Il turismo esperienzi­ale è in crescita, ma non è ancora pronto per sbocciare: «In queste settimane i turisti preferisco­no il Sud Italia, dove il clima è più mite - fanno sapere da Jonas, società vicentina di vacanze ecologiche -. Abbiamo dovuto annullare o modificare alcune attività all’aria aperta, che sono penalizzat­e dall’incognita del maltempo e del freddo: è un periodo di prenotazio­ni last minute, di piani B e di mete escluse e poi ripescate».

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Seggiovie Sul monte Faloria resteranno aperte un mese

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