Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Russia, il console veneziano: Putin non è colpevole

Il veneziano Paties, titolare dei «Do Forni»: «L’Europa si fermi o torna la guerra fredda»

- Di Giovanni Viafora

«Putin? Una persona di spessore». Così Eligio Paties, titolare dei Do Forni di Venezia e console onorario di Russia in Italia.

«Se va avanti di questo VENEZIA passo ho paura che si torni davvero ai tempi della Guerra Fredda. Devono fermarsi...».

Sono le tre e mezzo circa e dall’altra parte della cornetta è tutto uno sbattere di piatti. Ora dei caffè e della lavastovig­lie, d’altronde, anche in un tempio del mangiar bene come i «Do

Forni» di Venezia. Al telefono c’è Eligio Paties Montagner, 76 anni, che non è solo il titolare di questa istituzion­e culinaria d’ottima frequentaz­ione; ma è anche, da anni, uno dei consoli onorari di Russia in Italia (assieme ad un’altra flottiglia di cinque-sei, sparsi tra Roma, Palermo, Genova, Verona). E Russia oggi vuol dire spie, diplomatic­i espulsi, sanzioni e, appunto, lo spettro di una nuova Guerra Fredda. Paties, lei guida il consolato di Venezia: ma che succede? «Che secondo me stanno un po’ esagerando...».

Chi? Trump e l’Europa, che in questi giorni hanno cacciato i cento diplomatic­i russi in relazione all’avvelename­nto dell’ex spia e di sua figlia avvenuto nel Regno Unito?

«Sì, certo. Ma io dico: prima bisogna vedere i fatti, come sono andate le cose. Perché se ci schieriamo contro Mosca un’altra volta, avremo ancora problemi...»

Ancora, perché?

«Perché già abbiamo avuto in passato il problema con il discorso delle sanzioni. Stiamo perdendo sempre di più. Parlo per esempio di Venezia, che è turistica: qui ci sono molti russi, e se iniziamo ad allontanar­e anche loro…».

Torniamo indietro: lei crede che Putin sia responsabi­le dell’avvelename­nto delle spie oppure no?

«Per me no. Non credo proprio che sia stato lui. Poi, ragionate: dal momento che tutti pensano che lui sia colpevole, chiunque può compiere delle cose cattive e addossargl­i la colpa. Mi sono fatto l’idea che stiamo andando addosso all’asino che non centra...».

Ma lei Putin l’ha conosciuto?

«Sì».

Di persona?

«Sì, certo»

E com’è?

«È una persona di spessore... Sì, direi di spessore».

E detto da uno come lei, che ha cucinato anche per un Papa (Joseph Ratzinger, che venne in visita a Venezia nel maggio 2011)...

«Sì, ma io per Putin non ho mai cucinato. Anzi, lui ha cucinato per me».

Ci spieghi...

«Era il 2011. Io conoscevo molto bene l’ex ambasciato­re in Italia, Alexey Meshkov. Mi fece chiamare per una cena particolar­e a Mosca. Ed è lì che ho conosciuto il presidente. Cinque minuti, eh. Perché lui non partecipa mai a cene e pranzi».

Ma ora cosa si aspetta? Putin reagirà?

«Adesso è stato appena rieletto. Starà un po’ tranquillo, ma poi prenderà le sue decisioni. Sa, lui non è il tipo che dice ai suoi concittadi­ni: non andate più in Italia. Queste cose non le ha mai fatte, ma ora bisogna vedere...».

Scusi, lei invece come è diventato console?

«Conoscevo moltissimi russi che venivano qui a mangiare. Poi ho preparato un grosso matrimonio di alcuni personaggi...capisce... E quindi nel 2004 e nel 2005 ho portato il Carnevale di Venezia a San Pietroburg­o. E così, dopo, fu proprio Meshkov a chiedermi se volessi fare il console...».

E oggi i russi cosa le dicono di questa situazione? Delle spie, delle sanzioni...

«Questa delle espulsioni è ancora troppo fresca. Nei prossimi giorni però devo andare a Roma. Abbiamo la consueta riunione tra consoli onorari.

Cercherò di capire. Ma vuole che le dica? In quindici anni che ricopro questo incarico nè l’ambasciato­re, nè il console generale mi hanno mai parlato di politica. Vogliono solo capire come si possano aiutare i loro concittadi­ni in Italia. Da noi, a Mestre, per esempio, di recente abbiamo allestito il seggio per le votazioni. Sono venuti a votare circa in 300. Russi veri: quasi tutte donne. Grandi lavoratric­i».

E quindi non avete neanche mai parlato del Veneto leghista, che da anni è considerat­o tra i migliori amici di Mosca?

«La Lega è amica...»

Ecco e se ora la Lega andasse al governo? Farebbe bene a rompere le regole atlantiche e, per esempio, a non accettare più le sanzioni contro la Russia?

«Io di politica non parlo, ma guardi cosa abbiamo perso in questi ultimi anni per colpa dell’embargo. Solo nel campo dell’ortofrutta e delle scarpe... Per cui...».

Salvini lo conosce?

«È venuto qui da me a mangiare un mese e mezzo fa. Era con la sua compagna».

E avete parlato di Russia?

«Non abbiamo parlato di niente, li ho lasciati tranquilli».

 Se ci schieriamo un’altra volta contro Mosca avremo altri problemi. Dopo quelli dovuti alle sanzioni. Salvini? È stato a mangiare qui da me un mese e mezzo fa con la sua compagna

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