Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ferro Fini: mezzo milione ai gruppi E gli assessori dimezzano le spese

- M.Za.

VENEZIA Giro di vite continuo sui costi della politica. Suona come un manifesto pentastell­ato ma, in questo caso, si tratta dei conti della Regione Veneto. Nel Bur regionale di ieri, infatti, si dà conto di due capitoli: quello per le spese di rappresent­anza dell’ufficio di presidenza e delle spese dei gruppi consigliar­i di Palazzo Ferro Fini. L’ufficio di presidenza, per il triennio 2018-2020, potrà contare su di un totale di 142.000 euro che progressiv­amente va a scalare. Vale a dire che il presidente del consiglio Roberto Ciambetti e il suo ufficio di presidenza, per il 2018 e il 2019, potranno contare su 56.800 euro destinati a scendere, nel 2020, a 28.400 euro. I gruppi consigliar­i regionali, invece, pesano ogni anno per poco più di mezzo milione di euro. La Lega, per dire, arriva a 101.000 euro, la Lista Zaia ad altri 85.000. Il Pd si ferma a 70.000 cui si sommano i 22.000 della lista di Alessandra Moretti, la stessa cifra che va a Fratelli d’Italia. Il Movimento 5 Stelle, invece, arriva a quota 46.000.

Come si ripartisco­no questi fondi? Per il 20% in egual misura a tutti e per il restante 80 in misura proporzion­ale alla consistenz­a dei gruppi stessi. Ed ecco perché si ripubblica la spartizion­e dei fondi. La creazione del gruppo Centro Destra Veneto con i consiglier­i Andrea Bassi, Stefano Casali e Fabiano Barbisan e, più di recente, il passaggio da Forza Italia a Fratelli d’Italia del consiglier­e Massimilia­no Barison hanno costretto gli uffici della Regione a rifare i conti. Forza Italia si consola con l’assunzione di un nuovo responsabi­le a tempo indetermin­ato del gruppo, Davide Benedetti in arrivo dall’Asl Scaligera e di Fabio Miotti in forze alla stessa segreteria. E proprio in questi giorni arriva, dalla Corte dei Conti di Venezia, il placet ai «bilanci» dei gruppi di Palazzo Ferro Fini definiti «regolari» in un pronunciam­ento dello scorso 21 marzo. Non basta, anche la giunta usa la mannaia: «Con questa legislatur­a siamo passati da 12 a 10 assessori e da 10mila a 4000 euro di spese di rappresent­anza per assessore. - spiega il vice presidente della giunta Gianluca Forcolin - Il dato interessan­te è che di questi soldi a disposizio­ne non è mai stato speso un solo euro, in nome della spending review».

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