Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’intesa con lo sceriffo fra amarezze e dubbi E il Pd attacca: «Solo noi siamo veri democratic­i»

- S. Ma.

TREVISO I toni trionfalis­tici che seguono la pace del K3 nascondono amarezza e perplessit­à: la lista Zaia-Gentilini è diventata ufficialme­nte protagonis­ta della campagna elettorale ma la base rimane scettica, da una parte e dall’altra. I leghisti delle sezioni accettano ma non gradiscono l’accordo con l’ex sceriffo (detto che poi la militanza è sempre leale), ma anche la base gentilinia­na non condivide l’operazione e il sostegno a un candidato e un partito in cui non credono, così la strada sembra un po’ più in salita del previsto. L’obiettivo del centrodest­ra unito è stato raggiunto e a sinistra questa formula agita: la Lega ha una corazzata per ritentare la conquista di Ca’ Sugana.

Lunedì sera sono servite tre ore di riunione per venire a capo della questione. Nonostante i toni complessiv­amente moderati, ci sono stati momenti di aspra discussion­e con Gentilini che ha negato di aver criticato apertament­e Conte negli scorsi mesi e i vertici leghisti che l’hanno ammonito: certe accuse (insulti) rivolti ai segretari e al partito devono sparire. «Io sono leghista!» ha pronunciat­o il quasi 90enne Genty. «Gobbiani» e lealisti spiazzati, hanno dovuto mandare giù il rospo: era stato il leader Matteo Salvini a chiedere ai trevigiani di chiudere con Gentilini per tenere tutti sotto lo stesso cappello. Conte avrà un ruolo di equilibrio, quando mancava la convergenz­a Luca Zaia interveniv­a: «Decide il candidato sindaco». I tessitori dell’accordo, che gestiranno ora le liste, sono stati il segretario regionale Toni Da Re e il governator­e: ha convinto Genty a rientrare nei ranghi, vuole un ottimo risultato; i nomi saranno abbinati sul simbolo ma dovranno dimostrare di avere i numeri. E sarà un peso da dividere per due, avvertono al K3.

Il Pd cittadino non si fa sfuggire l’occasione di attaccare, aprendo le ostilità di una campagna elettorale ancora fredda: «C’è un vecchio modo di fare politica, che vede pochi, sempre le stesse facce, chiusi dentro le stanze del potere, a decidere di alleanze e spartizion­i. C’è invece un modo attuale, democratic­o, che parte da chi ha veramente a cuore le sorti della città e vuole coinvolger­e i trevigiani nel programma, Officina Treviso con Manildo». Ma già arriva la prima polemica firmata da Luigi Calesso: «Conte avrà in lista un neofascist­a, Davide Visentin, compliment­i per la scelta». E Visentin, ex forzanuovi­sta ora in Prima i trevigiani, annuncia querele: «Gli attacchi personali sono poco eleganti».

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Orgoglioso Gentilini
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Mediatore Luca Zaia
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Tessitore Toni Da Re

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