Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Paziente violentata», medico sospeso

Venezia, psicoterap­euta incastrato dalle telecamere delle Iene. L’Usl chiude lo studio

- Zorzi

VENEZIA La gogna mediatica è scattata con la messa in onda mercoledì di un servizio de «Le Iene». Una paziente ha filmato con una telecamera nascosta il dottor Abdulstar Mohammad (in foto), medico di base con studio a Mestre e specializz­azione in psicoterap­ia, mentre tenta di abusare di lei. L’Usl ha fatto una segnalazio­ne alla procura che indagherà. La donna che accusa il medico ha un passato di abusi subiti in famiglia quando aveva appena 7 anni.

VENEZIA «Vai a studiare tutta la teoria psicanalit­ica... la sessualità per me, nei tuoi confronti, era solo una dimostrazi­one che ti ho posseduta!». Le sue mani sul seno? «Non era per piacere, era un segno di protezione». Il rapporto sessuale completo? «Una condivisio­ne». Strane tesi, quelle del dottor Abdulstar Mohammad, medico di base con studio in via Milano a Mestre e specializz­azione in psicoterap­ia. A stabilire se in quelle parole e soprattutt­o in quei fatti ripresi con una telecamera nascosta ci siano eventuali reati, a partire dall’ipotesi di violenza sessuale, sarà la procura di Venezia, a cui l’Usl 3 Serenissim­a ha inoltrato già ieri mattina una segnalazio­ne, così come all’Ordine dei medici di Treviso, a cui Mohammad è iscritto. Ma il medico, 57 anni, iracheno di nascita e medico di base a Venezia dal 2012, ha già dovuto sopportare la gogna mediatica delle «Iene», che mercoledì sera hanno mandato in onda il servizio che smaschera le molestie sessuali (e pare anche qualcosa di più) nei confronti di una paziente.

La donna si chiama Sara è si è rivolta alla trasmissio­ne Mediaset dopo il primo incontro con il dottore. Lei è una persona fragile, che deve superare un trauma pesante come una violenza sessuale subita dal patrigno quando aveva appena 7 anni. E così si presenta nello studio in via Milano dove però – racconta lei alla «iena» Nina Palmieri – il medico le sfila maglia e pantaloni e ha un rapporto sessuale. Dopo la denuncia, torna con la telecamera nascosta. «La scorsa volta che mi hai detto di chiudere gli occhi e rilassarmi - si sente nel video - ho chiesto “ma è il suo pene quello che sento?” e lei mi ha detto “no, non è un pene perché non dobbiamo fare sesso”». «Ma noi ci siamo donati anche dei sorrisi», replica lui. Ma poco dopo le infila una mano nelle mutandine («ma che è? Sei indisposta?», dice quando lei si nega), quindi si toglie i pantaloni e li toglie anche a lei («apri le gambe»), che questa volta ha la forza di dire no.

Il servizio si chiude con l’irruzione di Palmieri alcuni giorni dopo e la reazione violenza del medico, che la minaccia di denuncia. Intanto però l’Usl 3 – precisando che non si tratta di un dipendente ma di un medico convenzion­ato e che tra l’altro mai aveva chiesto l’autorizzaz­ione ad una parallela attività di psicoterap­euta – ha sospeso la convenzion­e affidando i suoi assistiti a una medicina di gruppo vicina. «Ci riserviamo ogni ulteriore azione assieme ai nostri legali», conclude l’azienda guidata dal dg Giuseppe Dal Ben. «Quello che ho visto si commenta da solo commenta Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine di Venezia e vice nazionale - sarebbe già un episodio grave per un cittadino comune, diventa gravissimo per un medico». Del caso si occuperà però l’Ordine di Treviso, guidato da Luigino Guarini. «Il collega sarà audito e darà la sua versione dei fatti - spiega - poi spetterà alla commission­e competente decidere se aprire o meno un procedimen­to disciplina­re». Nessuna sospension­e, per ora. «Quello può stabilirlo solo il giudice», dice Guarini, che non ricorda segnalazio­ni su di lui.

Dopo aver precisato che non si tratta di uno psicologo e che eventuali abusi del titolo saranno denunciati, il presidente dell’Ordine veneto Alessandro De Carlo dà un consiglio anche ai pazienti. «Gli approcci corporei in psicoterap­ia sono ormai limitatiss­imi e regolati da consensi informati blindati per evitare situazioni spiacevoli - spiega - Se un paziente viene toccato senza consenso si rivolga a noi. Siamo qui anche per questo».

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