Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Fondo rimborsi pronto ma i Cinque stelle vogliono lo stop
VENEZIA Il Fondo rimborsi slitta a subito dopo Pasqua. La scadenza per i decreti attuativi del Tesoro nella Legge di stabilità era il 30 marzo. Ci vorrà qualche giorno in più, ma il governo Gentiloni, con il sottosegretario Pier Paolo Baretta ha confermato ieri di esser pronto al varo. Ma la situazione intorno alle regole per l’accesso ai soldi per i risparmiatori azzerati con le azioni di Bpvi e Veneto Banca resta tesa. La conferma è arrivata ieri sera, con la nota dei Cinque Stelle, firmata dai parlamentari Alessio Villarosa, Federico D’Incà e Daniele Pesco, che chiede al governo Gentiloni, «in carica solo per i semplici affari correnti, di lasciare al futuro esecutivo l’emanazione dei decreti».
Altolà durissimo, anche perché lo stop al decreto è la conseguenza logica di un attacco a tutta l’operazione banche venete. Il decreto di liquidazione è definito «una truffa in piena regola a danno dei risparmiatori». Come «truffaldina» è definita l’operazione fondo: «A fronte di oltre 210 mila famiglie colpite e 13 miliardi bruciati il governo ha stanziato appena 25 milioni». In più «sarà molto complicato accedere per i risparmiatori che hanno contratto i titoli prima del 2007». I Cinque Stelle promettono non solo «risarcimenti più equi», «ma anche a soci e obbligazionisti gli eventuali guadagni dalla gestione» delle sofferenze. Altro impegno non da poco: significa dire che i primi 5 miliardi non andranno allo Stato per rimborsare i soldi dati a Intesa per prendersi le venete.
Ma Baretta conferma il quasi pronti del governo: «L’orientamento è di fare il decreto. Stiamo definendo gli ultimi aspetti. Saremo pronti la prossima settimana». Baretta conferma l’arbitrato affidato all’Anac per l’accesso e di «voler dare pochi paletti, lasciando molto alla discrezionalità dell’arbitro». Sia sulle soglie d’ingresso, ad esempio con limiti di reddito o di investimento, che di rimborso: «Ma stiamo verificando». Confermato invece che il rimborso non sarà legato tout court al possesso azionario ma a un danno nell’operazione di compravendita.
Intanto proprio sul fondo il cartello delle associazioni favorevoli (Ezzelino, Consumatori Attivi, Codacons, Adusbef e Adiconsum) hanno lanciato due incontri per il 4 aprile alle 20.30 a San Vendemiano (Centro sociale Fabbri, piazza Cosniga 6) e il 6 aprile alle 20.30 a Mestre (sala parrocchiale Santissima Trinità, via Terraglio 74), a cui, ieri, gli esponenti di Ezzelino hanno annunciato la presenza di Baretta, Villarosa e Paolo Tosato (Lega). Lì verrà lanciata la piattaforma informatica per la preadesione al fondo e l’insinuazione al passivo della liquidazione. «Il fondo è uno strumento eccezionale se non venisse fatto si tradurrebbe in un’apocalisse economica non solo per i risparmiatori, ma anche per un intero sistema economico, a partire da 25 mila aziende toccate, che stanno ricevendo i decreti ingiuntivi», ha detto ieri Patrizio Miatello. E se i decreti non saranno convincenti? «Siamo pronti a tornare a Roma».