Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ispezioni nelle case di riposo: le carte al Nas

Blitz degli ispettori, le carte potrebbero finire al Nas. Il nodo degli anziani «isolati»

- Marco Bonet

VENEZIA La Regione ha mandato gli ispettori in 34 case di riposo del Veneto, pubbliche e private, e sotto la lente sono finiti sia gli ambienti sia, e soprattutt­o, le condizioni degli ospiti: 7 quelle bocciate. Le carte al Nas.

VENEZIA Il blitz, come l’hanno chiamato in Regione, è stato preparato con cura nei giorni scorsi. I direttori generali delle Usl sono stati invitati a comporre pool di «ispettori» (termine improprio: si tratta di medici e tecnici amministra­tivi) e quando tutto era pronto, l’assessore al Sociale Manuela Lanzarin ha dato il via. Controlli «coordinati» (tra Usl e Regione) e «non concordati» (con le strutture bersaglio) hanno interessat­o giovedì 34 case di riposo del Veneto, pubbliche e private, in tutte le province, e sotto la lente sono finiti sia gli ambienti sia, e soprattutt­o, le condizioni degli ospiti (oltre 3.700 persone). «Abbiamo voluto sfruttare l’effetto sorpresa» ha detto Lanzarin.

L’elenco completo delle case di riposo coinvolte è disponibil­e sul sito della Regione, nella sezione «Comunicati stampa» e Palazzo Balbi si è rifiutato di specificar­e quali di queste abbiano avuto giudizio negativo, quali sufficient­e e quali positivo, circostanz­a che invero potrebbe generare qualche incomprens­ione con le strutture su cui potrebbero posarsi sospetti ingiustifi­cati: «È un dato che renderemo noto solo quando saranno chiusi i verbali delle ispezioni - ha spiegato il governator­e Luca Zaia - verbali che ci premurerem­o di inviare alle autorità competenti, a cominciare dai Nas». I risultati sono stati quindi forniti solo in forma aggregata: delle 34 strutture visitate, 25 hanno avuto esito positivo, 2 intermedio e 7 negativo (3 nell’Usl Euganea, 1 ciascuna per le Usl Serenissim­a, Veneto Orientale, Polesana e Scaligera). «Con le prime ci siamo compliment­ati - ha detto Zaia - anche se si può sempre migliorare, alle seconde abbiamo dato una svegliata, per le terze, i vertici farebbero meglio a non dormire sonni tranquilli». I bersagli, d’altronde, sono stati scelti sì a campione, ma anche in base ad alcune segnalazio­ni pervenute nei mesi scorsi in Regione. «Non ci sono casi limite da Striscia la Notizia o Iene - ha specificat­o Zaia - niente vermi e larve tra i letti, ma alcune situazioni vanno migliorate in fretta».

La valutazion­e si basa su una griglia con 28 parametri, che Lanzarin intende inserire nella riforma delle Ipab che presto approderà in consiglio così da creare uno standard unico di giudizio a cui possano riferirsi anche gli amministra­tori delle strutture. Cinque le criticità riscontrat­e in modo diffuso: cattivi odori e scarsa arieggiatu­ra delle stanze; muffe, umidità e ragnatele; giardini poco attrezzati per l’uso; pochi spazi di autonomia per l’ospite; una generale solitudine degli anziani, soggetti a isolamento. «In tal senso - ha detto Lanzarin - abbiamo intenzione di potenziare gli accordi con le associazio­ni di volontaria­to e dei famigliari». I risultati sono invece stati positivi sul piano dell’igiene e delle cure dei pazienti, delle cucine e dei bagni, l’interazion­e tra gli ospiti, il riscaldame­nto e il condiziona­mento. «Non sarà un caso isolato - ha concluso Lanzarin - abbiamo tutte le intenzioni di rendere questo tipo di controlli a campione struttural­i».

Commenta Roberto Volpe, presidente dell’Uripa(l’associazio­ne delle case di riposo): «Detto che le strutture interessat­e dai controlli non hanno affatto vissuto queste verifiche con lo spirito inquisitor­io del “blitz”, nell’ottica di una fattiva collaboraz­ione, ben venga qualunque iniziativa sia tesa a migliorare le condizioni di vita degli ospiti e risolvere eventuali problemi che dovessero emergere. Noi per primi chiediamo da 10 anni, nell’immobilism­o della Regione, una profonda revisione dei requisiti per l’accreditam­ento. Ora con Lanzarin le cose stanno finalmente cambiando, speriamo che la stessa attenzione mostrata nei nostri confronti venga riservata anche al sistema privato delle badanti, a cui pure la Regione assicura importanti risorse pubbliche».

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