Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Vetro tra visioni e suggestioni con Fondazione Cini
Mattoncini, arabesque, bolle e personaggi danzanti: a Venezia la nuova esposizione «Le Stanze del Vetro» in due sedi, Isola di San Giorgio e Querini Stampalia. Dialogo a più voci tra artisti e ardite sperimentazioni
Mattoncini di Lego tra razionalità e invenzione, arabesque, bolle di pensiero cristallizzate, foglie che assomigliano a personaggi danzanti, un poetico stagno abitato da ninfee o una galleria di personaggi surreali. L’arte del vetro in ardite sperimentazioni nel segno della visionarietà, di una fantasia che sfida la ragione, una suggestione che si trasforma in creazione. È quanto propone «Una fornace a Marsiglia Centro Internazionale di Ricerca sul Vetro e le Arti plastiche/Cirva», la nuova mostra di «Le Stanze del Vetro». Aperta da domani, per la prima volta nella storia del progetto ideato da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung, l’esposizione si dipana in due sedi: quella di «Le Stanze del Vetro» sull’Isola di San Giorgio Maggiore (fino al 29 luglio) e la Fondazione Querini Stampalia (fino al 24 giugno), ovvero «la condivisione - sottolinea il segretario generale della Cini, Pasquale Gagliardi - di interessi culturali tra le due istituzioni veneziane». La passione per il vetro contemporaneo «è in questa biblioteca storica - marca il presidente della Querini Marino Cortese , dove troviamo le lampade di Carlo Scarpa». Curata da Isabelle Reiher e Chiara Bertola, la rassegna vuole far scoprire al pubblico italiano il centro francese che accoglie artisti e designer per residenze creative. Nato nel 1986, un laboratorio di idee che ha ospitato 250 artisti e ha raccolto 700 lavori. A San Giorgio sono poste in stanze monografiche le opere di dieci autori significativi per la storia e collezione del Cirva. Un excursus che parte con «Les Ongles» di Giuseppe Penone, due gigantesche unghie (o gusci) piene di impronte poggiate su tronchi e un letto di foglie d’alloro, elementi del lessico del maestro dell’arte povera. «L’idea della mostra illustra Reiher – è di parlare del vetro come materia vivente che nasce dalla natura». Con «Characters» Thomas Kovachevich fa ballare sottilissimi fogli-foglie di vetro trasparente che fluttuano nell’acqua. Pierre Charpin usa un vocabolario di forme semplici e crea una coloratissima città. Passando per i conglomerati di bolle di Terry Winters e la spigolosa scatola-labirinto di Larry Bell, ecco i giochi numerici di Lieven De Boeck: le bacchette colorate del mikado e i mattoncini per le costruzioni diventano opere che nascono dalle regole della sequenza di Fibonacci. «Les plats» di Martin Szekely, riprende la tecnica di lavorazione del «Mistral» sviluppata da Gaetano Pesce al Cirva, che imprime un’aura di misteriosa matericità al vetro. Il risultato sono ninfee, o forse isole, dove l’idea apparente dell’acqua diventa effetto speciale. L’uomo di teatro Robert Wilson testa gli effetti della luce intrappolata da vasi dalle forme classiche. «Gli artisti in mostra - spiega Bertola - sono entrati in contatto saltuariamente col vetro». Nei suoi personaggi-sculture Erik Dietman infila nel vetro catene, utensili, ossa o crini di cavallo. Jana Sterback fa da trait d’union, unica artista in entrambe le sedi. I «Containers for olfactive portraits» sono masse informi contenenti l’odore della persona amata. La Fondazione Querini offre un dialogo a più voci: le gocce d’acqua che si propagano di Sterback, le grandi mezze coppe di Hreinn Fridfinnsson che si completano specchiandosi, i microrganismi di un mondo invisibile portati alla luce dai vetro-quadri di Dove Allouche, «Le Firmament» di Francisco Tropa, la lampada di Philippe Parreno. In una stanza dall’atmosfera sacrale, «Le Petit Ange rouge» di James Lee Byars, 333 sfere sorprendenti per vibrazione di luce e colore. Remo Salvadori e Giuseppe Caccavale con due nuovi lavori. Il primo ha creato «Gravità O°», il venire al mondo di una forma; il secondo ha inciso su vasi i versi del russo Osip Mandel’stam. Catalogo Skira.
Reiher: L’idea è parlare del vetro come materia vivente che nasce dalla natura