Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Riscossa Trieste Porto, turismo e investimenti
Il nuovo rinascimento triestino, testimoniato dagli innumerevoli investimenti pubblici e privati in corso, è al centro del nuovo numero di Corriere Imprese, in edicola domani dentro il Corriere della Sera.
VENEZIA Qual è in questo momento storico la città del Nordest dove si registra il maggiore fermento urbanistico ed economico? Sissignori, è proprio Trieste. L’ex bella addormentata sul confine orientale, che nei decenni scorsi sembrava destinata a un declino inarrestabile, di pari passo con la diminuzione e l’invecchiamento della sua popolazione (l’indice di anzianità è tuttora il più alto in Italia), sta conoscendo un autentico quanto improvviso rinascimento. Lo testimoniano benissimo le parole del suo sindaco, il vulcanico Roberto Dipiazza, che sarà pure una voce interessata però, essendo stato a capo del Comune in due diversi periodi, può fare compiutamente il confronto tra il prima e l’oggi: «Se nei miei precedenti due mandati - ha dichiarato Dipiazza - uscivo a inaugurare qualche cantiere e incontravo i cittadini, ora passo il tempo tappato nel mio ufficio a ricevere delegazioni di investitori che vogliono avviare qualche nuova attività a Trieste».
Sono turchi, statunitensi, cinesi, austriaci, tedeschi (e naturalmente italiani). In perfetto accordo con la vocazione cosmopolita della città, arrivano da tutto il mondo per aprire bottega a Trieste. Di questa eclatante inversione di tendenza - eclatante soprattutto rispetto alla vivacità imprenditoriale nordestina, della quale Trieste, fino a qualche anno fa, era considerata soltanto spettatrice - si occupa il nuovo numero di Corriere Imprese Nordest, l’inserto mensile in edicola domani all’interno del Corriere della Sera. Il primo piano dedicato a Trieste mette a fuoco le ragioni che stanno alla base del rinascimento giuliano: un porto sempre più centrale e nevralgico per l’economia cittadina e regionale, che è diventato il primo terminal petrolifero del Mediterraneo e primo in Italia per generazione di traffico ferroviario e per tonnellaggio di merci movimentate; l’avvio di una radicale trasformazione urbanistica del Porto Vecchio, una città nella città che ha conosciuto decenni di semi abbandono; la presenza di un «distretto della scienza» talmente vasto e capillare che ogni 11 abitanti della città ce n’è uno che lavora nell’ambito della ricerca; infine, ma non per ultima, un’accresciuta attrattività turistica che ha prodotto un autentico boom di nuovi alberghi, bed & breakfast e strutture ricettive varie.
Una riscossa triestina che, nell’ottica del superamento di antichi muri e malcelate diffidenze, può e deve fare bene anche a tutto il Friuli. (a.z.)