Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Morì d’infarto subito prima dello scontro Sentiti i medici e prese le cartelle cliniche

- Roberta Polese

PADOVA Se è vero che Cesare Tiveron è morto per arresto cardiaco prima di schiantars­i sull’auto in cui si trovava Domenico Mantoan, allora qualcuno deve essersene accorto. La procura di Padova sta approfonde­ndo i dettagli dell’incidente mortale avvenuto il 13 settembre 2016 davanti allo Iov, quando l’auto guidata da Angelo Faccini, autista del direttore generale della sanità veneta, svoltando in un senso vietato, investì Tiveron che sopraggiun­geva col suo scooter. La polizia giudiziari­a è stata in ospedale per sentire i medici che prestarono le prime cure a Tiveron e ha acquisito le cartelle cliniche e altri documenti sulla vittima. Quello che ai più sembrava chiaro, ovvero che il 73enne fosse morto perché travolto dall’auto, fu smentito da una perizia medico legale fatta dal professor Massimo Montisci, attuale direttore della scuola di medicina legale di Padova, che rilevò che Tiveron era stato colpito da infarto mentre si trovava in moto, qualche istante prima dello schianto e quindi il trauma dovuto all’incidente sarebbe stato ininfluent­e.

La conclusion­e è stata smentita da due medici legali della famiglia Tiveron, per i quali lo scontro sarebbe stato determinan­te nel provocare «l’evento morte» di Tiveron. Il perché Montisci sia giunto a quel risultato è ora al centro degli accertamen­ti della procura, che su quella perizia medico-legale ora vuole un chiariment­o. Come chiesto anche dall’avvocato di Tiveron, Vieri Tolomei, che ha posto al pm il caso di un possibile conflitto di interessi su Montisci: il medico legale lavora per l’ospedale di Padova e Domenico Mantoan, il cui autista viene scagionato da Montisci e che si trovava in auto con Faccini il giorno della tragedia, è in quest’ambito il suo diretto superiore. A complicare la faccenda c’è anche il fatto che quel giorno sarebbe dovuto intervenir­e Giovanni Cecchetto, medico legale di turno e allievo di Montisci, non il professore in persona. Se fino a qualche tempo fa l’inchiesta, coordinata dal pm Antonella Gava, sembrava in dirittura finale (è passato un anno e mezzo, non ci sarebbe ragione di allungare i tempi per un semplice omicidio stradale), ora è stato chiesto un supplement­o di indagine proprio per accertare la perizia di Montisci.

Cosa sanno i medici che intervenne­ro? Cosa scrissero nei loro accertamen­ti? Sono state fornite tutte le informazio­ni o c’è stata qualche omissione? Non è un caso, inoltre, che qualche giorno fa l’ex pm titolare delle indagini, Vartan Giacomelli, ora giudice a Ferrara, sia passato a Padova per un saluto informale al procurator­e capo Matteo Stuccilli. Non è indebito credere che l’affaire Tiveron sia stato uno degli argomenti del colloquio.

Il dg della sanità

La procura vuole fare chiarezza sulla perizia che scagiona l’autista di Mantoan

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