Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Manildo il «civico» al mercato. Conte: ha tradito Renzi

Sindaco tra la gente per costruire il programma. Il leghista attacca: molla la barca che affonda

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TREVISO Dopo le Officine all’ex Pagnossin, Giovanni Manildo sceglie il mercato del centro tornando fra la gente: da una parte le idee dei rappresent­anti delle liste, riuniti domenica per la conferenza programmat­ica; dall’altra quelle di cittadini, residenti e operatori commercial­i della città, raccolte attraverso delle cartoline sulle quali annotare priorità e suggerimen­ti. «Ci chiedono una città ancora più verde, ancora più servita, ancora più collegata dal centro ai quartieri – dice Manildo -. Una città che in questi anni ci dicono essere cambiata in meglio. Il patto con i cittadini costruito domenica è la base da cui partiamo per costruire il nostro programma, che porteremo ai trevigiani mettendoci la faccia e guardandol­i negli occhi per raccoglier­e le richieste e trovando le soluzioni ai problemi». La coalizione «Giovanni Manildo sindaco» avrà una sede elettorale in piazza Giustinian­i, in un locale sfitto.

Il centrodest­ra invece ha deciso che la campagna elettorale comincia con un attacco personale dritto dritto su Manildo e sulla scelta del sindaco, annunciata già diversi mesi fa, di smarcarsi dal Pd con una coalizione più civica e meno politica per essere più vicino alla gente, senza legami ideologici. Sui social la polemica è esplosa dopo le parole di Manildo che ha detto di non avere «padrini», riferendos­i alla presenza di Matteo Salvini e Luca Zaia per sostenere Mario Conte, davanti a una numerosiss­ima folla in piazza proprio nelle stesse ore di domenica in cui erano in azione le Officine. Apriti cielo: la Lega e gli alleati conservava­no per l’occasione l’anagrafica di Manildo e il suo passato nel Pd, e l’hanno estratto dal cappello al momento opportuno. «Codardo oltraggio successivo al servo encomio - dice Conte -. Oggi Manildo, ex segretario cittadino e candidato alla Provincia, scarica il Pd ai minimi storici e Renzi. O l’ha cancellato dal suo curriculum, o scappa dalla barca che affonda. Non è civismo ma convenienz­a, meglio avere padrini che padroni». Sui social ormai è diventata una gara di colpi bassi, ed è appena iniziata. (s.ma.)

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Tra le bancarelle Dopo le Officine e i rappresent­anti di lista, Giovanni Manildo raccoglie idee tra la gente

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