Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’altalena dei redditi dichiarati: «Nel Trevigiano un fiume di nero»
La Cgil: «Anomalie da paese a paese. Tanti evadono, Comuni complici»
TREVISO A Monastier ci sono 31 Paperoni che portano il reddito medio dei lavoratori autonomi a 128 mila euro. I loro colleghi poveracci che vivono a Tarzo non arrivano nemmeno ad un quinto di quella somma e sempre a Tarzo abitano i pensionati più in affanno: devono campare con 12.790 euro lordi l’anno contro i 20 mila intascati da chi abbia casa a Treviso.
Le analisi sui redditi dei trevigiani eseguite dall’ufficio studi dello Spi Cgil sul 2016 dicono questo e molto altro di più o meno strano, come la differenza che ci deve essere fra i salari degli stipendiati di Moriago (reddito 17 mila euro) e quelli di San Pietro di Feletto (27 mila), dieci chilometri più ad Est. A sorprendere di più il segretario Spi Paolino Barbiero, però, è la differenza visibile della ricchezza individuale e degli stili di vita dei trevigiani con il fatto che quasi quattro di loro su dieci percepiscano meno di 15 mila euro lordi l’anno. Ma ad essere sbagliato è il verbo perché queste sono le cifre che dichiarano. «Ci sono per forza grandi aree di profitti non dichiarati - sostiene il leader sindacale - i quali potrebbero invece contribuire notevolmente all’imponibile su cui calcolare le tasse regionali e comunali, consentendo una migliore erogazione di servizi sul territorio. Ma le leve che gli enti locali, Comuni in primis, hanno per individuare le sacche di evasione attraverso convenzioni con Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza e che continuiamo a sollecitare, difficilmente vengono utilizzate». Se ad attivare verifiche fiscali sui propri concittadini è il sindaco, in sostanza, la perdita di consenso è assicurata. È vero che l’addizionale Irpef dei municipi trevigiani è passata dai 70 milioni del 2014 ai 74 del 2016, ma con una maggiore trasparenza nelle dichiarazioni dei redditi le somme potrebbero moltiplicarsi. Idem per le imposte regionali, salite nei due anni da 143 a 150 milioni. «L’autonomia richiesta – prosegue Barbiero – dovrebbe essere declinata anche nel senso di voler scovare da soli quelli che imbrogliano». Con il mirino su autonomi e imprenditori, ovviamente, i quali un miglioramento dei profitti lo hanno comunque dovuto riconoscere. Il loro reddito dichiarato è infatti cresciuto in due anni fra il 14% ed il 21%, contro un 2,3% per i dipendenti ed un 3,3% per i pensionati. Va infine evidenziato come nel Trevigiano risultino in aumento le erogazioni del «bonus» governativo da 80 euro, passate da 194 mila nel 2015 a 198 mila nell’anno seguente.
Barbiero Strano che a Moriago il reddito sia 10 mila euro in meno rispetto a San Pietro di Feletto