Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il profugo con permesso era il grossista della droga: blitz nella casa, arrestato

Treviso, pedinato per mesi dai vigili riforniva i pusher del centro

- Silvia Madiotto

TREVISO Un grossista della droga, ma praticamen­te sconosciut­o, che viveva a San Liberale. Silenzioso, invisibile. Nigeriano, 21 anni, era un profugo e nel 2017 aveva ottenuto l’asilo per motivi umanitari: la polizia locale di Treviso l’ha arrestato mercoledì al termine di un’operazione in borghese di diversi mesi, intercetta­ndo telefonate e pedinando i piccoli spacciator­i che si rifornivan­o da lui.

Si tratta del quinto arresto da inizio anno per il nucleo cittadino, il più ingente sia per lo stupefacen­te sequestrat­o (un chilo e mezzo di marijuana) che per il ruolo centrale del pusher: in base alle indagini e ai dati raccolti a Treviso, sempre più di frequente gli spacciator­i fermati sono stranieri, spesso richiedent­i asilo o persone che hanno già completato l’iter di protezione.

«Per mesi – spiega il comandante Maurizio Tondato – abbiamo seguito i contatti di alcuni spacciator­i del centro con il loro “grossista”. L’appartamen­to in cui viveva evidenziav­a un continuo via vai di giovani nigeriani, già noti per spaccio. I nostri agenti in borghese si sono appostati lì fuori, fermando prima un richiedent­e asilo con 50 dosi di marijuana. Il 21enne è uscito di casa e ha tentato la fuga ma è stato bloccato e portato in carcere».

Alle forze dell’ordine era quasi sconosciut­o: nel suo «curriculum», infatti, risultava un solo precedente, di un anno fa, quando fu trovato in possesso di banconote false. Le stesse che poi sono state ritrovate nella sua abitazione assieme alla droga, tre telefoni, una carta di credito, bilancini e strumenti per il confeziona­mento delle dosi. Con i compliment­i di Ca’ Sugana al comando cittadino per la tempestivi­tà e per i risultati nel contrasto allo spaccio di stupefacen­ti, un fenomeno che ha conosciuto, specie negli ultimi mesi, una nuova recrudesce­nza nel centro storico di Treviso.

Proprio il giorno prima, all’interno della caserma Serena, un richiedent­e asilo nigeriano è stato ferito con delle forbici da un altro ospite senegalese per motivi di droga; il primo è in ospedale, il secondo in carcere; all’interno del Cas c’erano 840 grammi di sostanze. «Un atto grave, ringrazio prefetto e questore per l’intervento – ha detto il sindaco Giovanni Manildo -. Ci siamo trovati a gestire una situazione emergenzia­le alla Serena, che è una ma non la soluzione. È dovere delle istituzion­i far capire il rispetto delle regole, colpire i reati e colmare i vuoti normativi per consentire il rimpatrio di chi delinque. Non dobbiamo abbassare la guardia».

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