Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Emorragia continua di medici di base e negli ospedali L’Usl: li sostituiremo
BELLUNO Erano 139 in ottobre, ora sono 133. Lenta, ma continua l’ emorragia dei medici di base in provincia: tra pensionamenti e difficoltà a sostituirli aumenta il numero di zone carenti di medici di famiglia. Ora 11 gli ambiti territoriali nel Bellunese che soffrono, certifica l’Usl 1 «Dolomiti» nel report trimestrale.
Un problema diffuso un po’ ovunque, ma che ha effetti pesanti soprattutto nelle aree periferiche e alle quote più alte, dove la carenza di personale medico dà vita a situazioni al limite del grottesco: è il caso di alcune zone del Comelico, dove ci sono medici di base costretti a gestire 3-4 ambulatori in paesi diversi, con le difficoltà di spostamento che si accentuano enormemente in inverno.
Per arginare il problema e invertire il trend l’Usl 1 «Dolomiti» ha intrapreso alcune azioni specifiche, come ha spiegato ieri il direttore generale, Adriano Rasi Caldogno. «Dal 1 marzo sono operativi gli incentivi introdotti a gennaio — chiarisce il top manager della sanità bellunese — Si tratta di 6,20 euro in più per ogni assistito che l’Usl riconosce ai medici di base che operano nelle zone disagiate che abbiamo individuato. Si tratta di una maggiorazione di circa il 15% della cifra pro-capite, che è di circa 40 euro a paziente, su una media di assistenza di circa 1.200-1.500 persone a medico».
Calano anche i medici ospedalieri, -5% nell’ultimo semestre. Se ne sono andati 24 medici su 474. Ma il 2018 prevede 32 nuove assunzioni, altre 5 in dirittura di arrivo e 15 in attesa di concorso. La Regione ha autorizzato l’assunzione di 59 nuove figure a coprire le aree più carenti: Pediatria, Ginecologia, Anestesia e Pronto soccorso.
Situazione critica invece per il Pronto soccorso di Agordo: i sindaci della vallata, anche se con posizioni diverse, hanno «congelato» i 2,5 milioni di euro provenienti dai Fondi di confine e destinati alla ristrutturazione del Pronto soccorso dell’ospedale di Agordo. La mossa segue la mancanza di risposta da parte di Usl 1 «Dolomiti» e Regione alla richiesta di mantenere in loco il laboratorio di analisi.
«Una precisa richiesta che avevamo fatto alla Regione — commenta il sindaco di Taibon, Silvia Tormen, a capo del tavolo di lavoro sulla sanità — e che invece al momento è stata di sattesa». Intanto sull’argomento scrive in una nota il Pd locale «la Regione non approfitti della lungimiranza dei sindaci agordini per diminuire il suo impegno ordinario».
Buone notizie invece per l’elisoccorso di Pieve di Cadore: completate le procedure urbanistiche, ora gara d’appalto e per il 2019 via ai lavori.
Contrasto
Agordo, restyling congelato al Pronto soccorso. Elisoccorso a Pieve verso l’appalto