Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Egitto ritrovato A Rovigo i segreti delle mummie

La collezione dell’Accademia dei Concordi: a Rovigo i pezzi mai visti

- Bozzato

Meryt è distesa, le braccia incrociate sul petto, le labbra ben segnate. Di lei non si sa nulla. Né dove vivesse in Egitto, né come sia morta, neppure quando. Si può azzardare una Tarda Epoca, tra il 700 e il 300 a.C. Si sa che è stata chiusa nella teca assieme a Baby, forse un bambino o forse no, che ora riposa lì vicino avvolto nel suo leggero sudario, e anche su di lui (o lei) il mistero è fitto.

Meryt e Baby sono i nomi dati alle due mummie egizie custodite a Rovigo. E che da oggi fino al 1 luglio sono in mostra («L’Egitto ritrovato»), assieme a una serie di reperti, nelle sale di Palazzo Roncale. Appartengo­no alla collezione dell’Accademia dei Concordi, circa 500 pezzi arrivati tra il 1878 e il 1879 grazie a un rodigino dalla vita avventuros­a, Giuseppe Valsé Pantellini.

Meryt e Baby sono uscite solo una volta, nel 2012, per una breve apparizion­e al Museo dei grandi fiumi. Prima, negli anni ‘90, Meryt è stata anche sottoposta a una radiografi­a. Oggi, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaboraz­ione con Accademia e Comune, sarà invece possibile realizzare una vera campagna di studio, pulizia e manutenzio­ne dei due corpi. E sarà un evento sotto lo sguardo del pubblico: i visitatori potranno assistere al lavoro di Cinzia Oliva, una restauratr­ice tra le più importanti in Italia. «Procederem­o con la pulizia dello strato di polvere – spiega - Verificher­emo le macchie bianche, probabilme­nte muffe. Schederemo i bendaggi e proveremo a ricostruir­ne di speciali dove mancano: qualcuno li ha strappati

Archeologi­a

Al via una campagna di pulizia dei corpi delle due mummie, sotto lo sguardo dei visitatori

alla ricerca di preziosi e amuleti. Il piccolo invece è integro e sarà una vera sorpresa per tutti».

A quel punto inizierann­o le analisi, grazie alle equipe delle università di Padova e Venezia, all’Ospedale rodigino e al laboratori­o del Museo Egizio di Torino: analisi di carbonio 14, tac e indagini chimiche. Ci sono due volti da disegnare in 3D. E magari si potrà risolvere il mistero dei resti, probabilme­nte umani, ritrovati nella teca quando le due mummie sono state rimosse i giorni scorsi, facendo sorgere il dubbio che Meryt e Baby non fossero soli.

Secondo Paola Zanovello, docente di archeologi­a classica all’ateneo patavino, «è l’occasione per prendersi finalmente cura di questi due corpi arrivati da un passato remoto, ma anche un’opportunit­à di studio sulle tecniche di imbalsamaz­ione, dalle resine ai tessuti». Alessia Vedova, capo-collezione della Fondazione Cassa di Risparmio, «è tempo di pensare a uno spazio permanente di esposizion­e». Dove? «Le ipotesi sono tuttora allo studio ma fattibili: Rovigo può riappropri­arsi di una sua pagina di storia davvero unica». Meryt e Baby sono giunte dall’Egitto in un carico di cinque casse. Vi erano centinaia di reperti, di cui solo una selezione è ora in mostra: amuleti, sigilli, frammenti di stipiti con iscrizioni in calcare bianco, una stele del Medio Regno, bronzetti votivi, una maschera di sarcofago e cartonnage di mummie. Alcuni spiccano per la fattura preziosa, come una piccola profumiera a forma di donna inginocchi­ata. In piena euforia per l’antico Egitto che aveva ammaliato l’intera Europa, l’allora presidente dei Concordi aveva dato l’incarico al più famoso rodigino che si era stabilito prima a Il Cairo e poi ad Alessandri­a. Era Giuseppe Valsé Pantellini. Figlio di facoltosi commercian­ti, era fuggito da Rovigo dopo aver partecipat­o ai moti del ‘48.

Rifugiatos­i fortunosam­ente in Egitto, aveva preso in gestione prima il Grand Hotel e poi l’Hotel Europe. Con l’arrivo di viaggiator­i, avventori, archeologi, militari e commercian­ti, si era fatto notare: il viceré d’Egitto affidò a lui il fastoso riceviment­o per l’inaugurazi­one del Canale di Suez nel 1869. Rientrato in Italia, morirà a Fiesole nel 1890. Ma la sua storia, quasi sconosciut­a, è rimasta legata a Meryt e Baby e ai loro misteri ben conservati.

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 ??  ?? Dettaglio di stele databile al Medio Regno (dal 2160 al 1785 a.C). Nella foto piccola, la mummia «Meryt»
Dettaglio di stele databile al Medio Regno (dal 2160 al 1785 a.C). Nella foto piccola, la mummia «Meryt»
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